Segnalazione:
Storia della Tortura
di
Giovanni Laterra
Buongiorno lettori,
vi segnalo il saggio: "Storia della Tortura" di Giovanni Laterra , edito Rusconi Libri.
Biografia:
Biografia:
Giovanni Laterra (Bari 1957), laureato in Scienze Politiche, vive e lavora a Livorno come dipendente pubblico nei settori culturali e museali. Nella vita privata si occupa in particolare di storia del territorio e di armi antiche, mentre in passato ha affiancato l’attività di documentarista a quella di restauratore di armi.
Data di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 160Prezzo cartaceo: 14,00€
Prezzo ebook: 2,99€
Link per l'acquisto su ibs: https://www.ibs.it/storia-della-tortura-strumenti-metodi-libro-giovanni-laterra/e/9788818033380
Sinossi:
Pali, seghe, gabbie, asce, funi, chiodi, ruote, carrucole: la storia della tortura parte da qui, con l’uso di attrezzi che fanno assomigliare ridicolmente il boia a un fabbro o a un falegname. Più avanti, col trionfo della tecnologia, a un elettricista o a un maldestro cavadenti, il tutto supportato da una conoscenza assolutamente scientifica dell’anatomia. Le tecniche più efferate, sviluppate e perfezionate nell’arco di secoli, rivelano scopi sempre legati a un potere che, legalizzato o no, cerca la confessione, la conversione o semplicemente la sottomissione della vittima. Un dolore che dura secoli narrato senza moralismi, forse solo con un pizzico di ironia per non finirne travolti.
Vi lascio con il comunicato stampa della Rusconi Libri:
La tortura ieri e oggi
Pinze, ruote dentate, vergini di ferro: sono solo alcune delle macchine infernali raccontate in
“Storia della Tortura”, scritto dall'esperto di storia del territorio e delle armi Giovanni Laterra,
edito da Rusconi Libri.
«Da sempre gli esseri umani hanno fatto ricorso a violenze fisiche e psicologiche sui loro simili, al
fine di estorcere informazioni ritenute fondamentali per i propri interessi o per quelli del gruppo di
appartenenza».
L'uomo, nei secoli, ha progettato, o a volte semplicemente improvvisato, macchinari micidiali per
procurare dolore ad altri uomini.
Storia della Tortura, scritto da Giovanni Laterra, esperto di storia del territorio e di armi, (edito
da Rusconi Libri), è un saggio sintetico, ma nello stesso tempo completo, capace di ripercorrere
l'uso della tortura attraverso i secoli, descrivendo i macchinari, i meccanismi e gli scopi.
Per la sua ricostruzione, l'autore ha raccolto informazioni storiche differenti: si è avvalso di fonti
documentali e scritti letterari, ma anche di materiale iconografico, dipinti e raffigurazioni. Non ha
tralasciato nemmeno le leggende che sono maturate introno a personaggi storici che hanno fatto
della tortura una loro arma terribile, come per esempio Vlad III, principe della Valacchia, l'attuale
Romania, passato alla storia come Dracula, grazie al libro di Bram Stoker.
Dopo un excursus storico, che ripercorre l'uso della tortura per ottenere prove nei processi, sia
civili, sia religiosi (l'Inquisizione), Giovanni Laterra spiega come la storia dei martiri sia
strettamente collegata alla tortura: anche l'iconografia che li rappresenta richiama le crudeltà subite
che li hanno portati a diventare 'testimoni' di fede.
Punto centrale del libro è la ricca rassegna degli strumenti utilizzati per procurare dolore al fine
di estorcere confessioni, punire streghe ed eretici o semplici dissidenti. L'autore descrive i
macchinari, a volte molto semplici, reperibili sul banco di un falegname, come seghe e pinze, altre
volte estremamente complessi, che uniscono al dolore fisico la tortura psicologica, come la 'veglia'.
Ne viene spiegata l'applicazione, il periodo storico in cui venivano utilizzati, il significato anche
simbolico (l'uso del fuoco o dell'acqua nelle torture, per esempio, rappresentano la purificazione) e
le vicende storiche o le leggende che sono legate ad alcuni di questi strumenti del dolore.
Il libro si chiude con un capitolo che ripercorre la tortura oggi. Persino nei paesi più evoluti,
dove è stata formalmente abolita, la tentazione di ricorrere alla tortura per estorcere confessioni, o
come metodo punitivo, resta ancora un rischio tangibile. Per non parlare dei paesi in cui viene
ancora praticata nei fatti, anche senza il riconoscimento formale della legge, usando magari
sostanze chimiche o farmacologiche.
«L'esperienza ha dimostrato – si legge nelle pagine finali del libro – che la tortura è però
sostanzialmente inefficace perché strappa finzioni in nome della verità e forza l'accusato a
condannarsi sulla base delle prove false che lui stesso a fornito». Tutto per smettere di provare
dolore.
Interessante, lo leggerete?
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