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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

mercoledì 28 aprile 2021

Segnalazione: Le piccole volpi del deserto di Rossella Gazzelloni

Segnalazione:

Le piccole volpi del deserto

di
Rossella Gazzelloni



Buongiorno lettori,
per lEdizioni Haiku vi segnalo il romanzo: "Le piccole volpi del deserto" di Rossella Gazzelloni.



Gene
re:
 
romanzo Noir / thriller / pulp
Editore: Edizioni Haiku
Data di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 158
Prezzo cartaceo: 12,50€
Prezzo ebook: 5,89€
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Sinossi:
Ostia, il grande lido di Roma si mostra senza veli: il regno della criminalità organizzata, del degrado, della droga, della violenza. La sabbia delle spiagge sembra quella di un infinito deserto di marciume e follia, l’eroina prende il posto del sangue che schizza fuori dalle vene e il sesso deve essere sfrenato e animalesco pur di provare qualcosa di umano nel deserto. Qui si intrecciano le vite di vecchi e nuovi ragazzini di borgata, piccole volpi indifese nel mondo che le avvolge.


Nei meandri della Roma oscura, dimenticata e periferica, dove criminalità, degrado e violenza – gargantuesche - ingurgitano esistenze e speranze di uomini e donne, l’autrice trasporta il lettore in una narrazione scarna ed essenziale, tramite un linguaggio diretto, un discorso monologico e dialogico fatto di frasi semplici e incisive che ritmano le esistenze di personaggi, i loro pensieri, desideri e prospettive. Ripercorrendo le tracce del Pasolini di Ragazzi di vita e Una vita violenta, del Gadda di Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana e di prodotti culturali più contemporanei come Non essere cattivo, il testo si propone alla stregua di una cronaca nuda e cruda del reale dove l’uso dell’italiano standard non lascia spazio a possibilità di riscatto e interpretazioni positive.  


Eccovi un estratto:
La settimana successiva era fissato il colpo con i Tosca. Marco si sentiva euforico e terrorizzato al tempo stesso. I Tosca sapevano che erano stati lui, Alfonso e Rocco a trucidare Amedeo e cercavano ancora vendetta. Quella sera Marco, Goffredo e Gianluca arrivarono sul tardi alla bettola dei Tosca, ad Acilia. Si appostarono sul retro, dove c’era una porta che conduceva alla stanza dove i Tosca stavano tagliando la roba. C’era un uomo a guardia della porta, Marco si nascose sotto le scalette che conducevano all’ingresso, dove l’uomo era in piedi e si guardava intorno con fare circospetto. Marco tirò, fece cadere un cestino dell’immondizia che era sotto le scale, l’uomo trasalì e le scese rapidamente, Marco gli fu addosso e gli sfregiò la faccia con una mossa veloce. L’uomo sanguinava, aveva un taglio profondo sul viso, Marco lo sfregiò di nuovo e l’uomo barcollò dal dolore, sfruttò quel momento per balzargli alle spalle, gli torse un braccio e gli tagliò la gola. Marco non era robusto, ma quando entrava in azione aveva una forza sovraumana. Detestava i Tosca con tutto sé stesso: avevano fatto fuori uno di famiglia, quella famiglia di cui ora faceva parte e alla quale doveva tutto. Non li avrebbe mai perdonati per questo. Si appostò fuori dalla porta, Gianluca e Goffredo lo raggiunsero. Spalancarono la porta e spararono a casaccio, prendendo in faccia un tizio intento a tagliare la roba su di un tavolaccio di legno. Un altro era a un angolo della stanza e tirò subito fuori la pistola, cominciò a sparare verso la porta e prese Gianluca a un braccio, Marco afferrò il tizio a cui avevano sparato in faccia e si fece scudo, il tizio dei Tosca lo crivellò di proiettili allo stomaco, sventrando il cadavere. Marco era zuppo di sangue in faccia e sulla maglietta. Gianluca si era gettato a terra e Goffredo era dietro a un tavolino circolare, buttato giù per farsi scudo, tutti e tre sparavano all’impazzata verso il nemico, il quale fu crivellato di proiettili in faccia e sul petto e crollò a terra. Marco lasciò cadere il suo scudo umano, Gianluca si alzò e Goffredo uscì da dietro il tavolino. Si diressero tutti e tre verso il tavolaccio di legno, sul quale c’erano almeno cinquanta chili di cocaina tagliata a metà. Sorrisero, guardandosi soddisfatti, con un solo pensiero in testa: la bevuta che si sarebbero fatti di lì a poco.


Molto interessante, lo leggerete?
Buona lettura!

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