Segnalazione:
Solitudini urbane
di
Maria Evelina Buffa Nazzari
Buongiorno lettori,
Maria Evelina Buffa Nazzari, figlia d’arte, scrittrice e interprete teatrale e cinematografica, nel corso della sua lunga carriera, ha lavorato con attori e attrici come Alberto Sordi, Pino Micol, Alida Valli, Carlo Giuffrè, Martine Brochard, Ottavia Piccolo, Duilio Del Prete, Arnoldo Foà, Ileana Ghione e Paola Quattrini.
Oggi continua a dedicarsi all'Arte in ogni sua forma raccontando attraverso la scrittura e il suo ultimo libro “Solitudini urbane” la straordinaria bellezza dell’ordinario.
Racconti brevi in grado di raccontare l’ordinaria eccezionalità dell’esistenza. I protagonisti del libro sono gli abitanti di una palazzina: persone comuni con il loro bagaglio di vita e dolori.
Tante storie ma un’unica narrazione: l’autrice con una penna sagace conduce il lettore nelle “solitudini urbane” di chi affronta l’esistenza tra le pieghe distorte e malinconiche della realtà.
Da allora,
ha lavorato nel cinema, in televisione e soprattutto in numerosi teatri
italiani.
Tra le sue più interessanti
interpretazioni teatrali, si rammenta la prima rappresentazione in Italia,
nella stagione 1994-95, de La deposizione,
della canadese Hélène Pedneault: un dramma psicologico a due personaggi,
presentato ad Avignon nell’ambito del festival 1994.
Dal debutto nel capolavoro di
Rostand, ha sempre conciliato l’impegno nella interpretazione di novità
assolute, soprattutto di giovani autori, con una presenza assidua e applaudita
nei grandi classici del repertorio teatrale, da Goldoni a Albee, da Cechov a
Wilde, da Ibsen a Giraudoux, senza
peraltro trascurare autori più « leggeri » (Neil Simon, Jean-Noël
Fenwick).
Tra le sue ultime e più apprezzate
interpretazioni, Torna fra nove mesi,
da lei stessa scritto (con il vero nome di Maria Evelina Buffa) per due
personaggi femminili, e Ventiquattr’ore
della vita di una donna, adattamento teatrale dalla novella di Stefan
Zweig.
Come scrittrice, è autrice, tra l’altro, di un monologo, Il viaggio di Carlotta, pubblicato insieme con Torna fra nove mesi in un unico volume dal titolo Altrove, e di un romanzo autobiografico, Spesso sono arrivata seconda, editi da Ikona Liber, nonché del diario di un percorso di lutto, Dopo la fine, edito da Edizioni Sabinæ.
Link per l'acquisto su Amazon:
“Solitudini urbane”: nella nuova
opera letteraria di Maria Evelina Buffa Nazzari l’eccezionalità di un’esistenza
ordinaria
“Solitudini urbane”, edito da Porto Seguro, è
la nuova opera letteraria dell’autrice Maria Evelina Buffa Nazzari.
Racconti
brevi in grado di raccontare l’ordinaria eccezionalità dell’esistenza. I
protagonisti del libro sono gli abitanti di una palazzina: persone comuni con
il loro bagaglio di vita e dolori.
Tante
storie ma un’unica narrazione: l’autrice con una penna sagace conduce il
lettore nelle “solitudini urbane” di chi affronta l’esistenza tra le pieghe
distorte e malinconiche della realtà.
Maria
Evelina Buffa Nazzari,
figlia d’arte, scrittrice e interprete teatrale e cinematografica, nel corso
della sua lunga carriera, ha lavorato con attori e attrici come Alberto
Sordi, Pino Micol, Alida Valli, Carlo Giuffrè, Martine Brochard, Ottavia
Piccolo, Duilio Del Prete, Arnoldo Foà, Ileana Ghione e Paola Quattrini. Oggi
continua a dedicarsi all’Arte in ogni sua forma raccontando attraverso la
scrittura e il suo ultimo libro “Solitudini urbane” la straordinaria
bellezza dell’ordinario.
“… è domenica sera, l’ora precisa non ha importanza,
comunque è già buio e nel palazzo non dorme nessuno; un po’ per il caldo, un
po’ per la nostalgia, ormai nell’aria, di un’estate quasi conclusa.
I
chiassosi tacchi quattro centimetri della signora Mirella e lo scalpiccio di
molti tacchi bassi contro le mattonelle di graniglia, il suono pungente e
insistente del citofono che completa la sensazione di fastidio, rompono il
limitato silenzio dell’edificio cittadino.
Quattro
mandate dal tono grave riecheggiano nella tromba delle scale mentre l’intero condominio
rimane sospeso e i suoi abitanti sembrano trattenere il fiato loro malgrado.”
Un buco sul
pavimento, per via di un problema al riscaldamento, unisce tutte le case di una
strana palazzina. Un uomo divorziato, dalla finestra del suo seminterrato,
guarda le gambe dei passanti e degli inquilini del condominio: gambe lunghe,
corte, affusolate, grosse, gambe sole, che conducono un'esistenza misera e
dolorosa.
Queste gambe
sono un po' le protagoniste occulte di diciannove tranches de vie legate da un
filo sottile, legate da quel buco nero e spaventoso che sembra inghiottirle in
un'unica storia.
Sono le gambe
di Leone, che dondolano dal soffitto dopo aver dato una spinta a una sedia;
sono le gambe di una donna che parte per il Nepal invece di morire; sono le
gambe lentigginose della ragazza che aspetta ancora la mamma; quelle della
donna col culo grosso e della sua rivale...
Diciannove paia
di gambe: gambe che passeggiano per casa, si fermano, corrono da una parte
all'altra, gambe che fuggono; gambe che disegnano ognuna la propria storia,
unite dal fil rouge della desolante, certa, solitudine.
“L’ultima replica
dello spettacolo Il mutamento di Stefania Porrino è andata in scena al Teatro di
Documenti a Roma il primo marzo 2020. Già da qualche giorno in compagnia si
parlava di un misterioso virus comparso in Cina. Ma la Cina è lontana,
commentavamo cercando di minimizzare. Il 9 marzo chiudevano i teatri, e non
solo. Solitudini urbane racconta di un condominio, microcosmo nel quale i suoi
abitanti possono permettersi di sentirsi soli ma sono, di fatto, legati
irrimediabilmente fra loro. Come tutti noi, abitanti della terra. Ho cominciato
a scrivere di queste solitudini, prima della pandemia, ispirata dal condominio
in cui ho abitato per sette anni, e ho finito durante il Covid. Lui non
c’entra, ma un po’ sì” Maria Evelina Buffa Nazzari.
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento su cosa ne pensate ;)