Segnalazione:
Un folletto come amico
di
Jessica Maccario
Buongiorno lettori,
vi segnalo il libro "Un folletto come amico" di Jessica Maccario.
Autrice già conosciuta per la trilogia di romanzi Gli Elementali.
Data di pubblicazione: 12 dicembre 2020
Numero pagine: 356Prezzo cartaceo: 10,00€ (sconto
e spedizione gratuita in occasione della “Fiera virtuale della poesia e dei
libri per ragazzi” del Collettivo Scrittori Uniti. L’evento si svolgerà qui: https://www.facebook.com/events/2685622275025286 )
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Un folletto che parla in rima, una compagna di classe molto
sensibile e un cd pieno di giochi divertenti.
Questi gli aiutanti di Giorgio, un ragazzino che deve
imparare ad affrontare i suoi problemi e farsi accettare dagli altri. Ce la
farà?
“Ho scritto questo racconto qualche anno fa, nel periodo in
cui stavo frequentando il corso per prendere l’attestato di Assistente
all’infanzia. Il protagonista è Giorgio, un bambino di undici anni che viene
preso in giro dai compagni perché è basso e ha difficoltà a leggere. Il dottor
Franco ha spiegato ai suoi genitori cos’è la dislessia, ma i suoi metodi per
aiutarlo ad affrontare il problema non sono adatti e la mamma continua a darsi
colpe. L’ispirazione per il racconto mi è venuta quando ho scoperto alcuni
giochi che si potevano fare su internet ideati da una maestra e le ho chiesto
il permesso di citarli. Visto che i sistemi operativi cambiano nel tempo e non
tutti si possono ancora provare, ho deciso d’inserire delle immagini
all’interno del libro con alcuni esempi di questi esercizi, che nel libro gli
vengono dati da uno psicologo.
Ho inserito poi l’elemento fantastico del folletto che
accompagna Giorgio e, con delle simpatiche frasi a rima, gli dà dei consigli
per cercare di aprirsi con i compagni.”
Eccovi anche degli estratti:
Le maestre della scuola elementare erano state comprensive,
ma alla scuola media pretendevano molto di più da lui: anche se era riuscito a
migliorare nell’ortografia, aveva ancora molti problemi quando si trattava di
leggere ad alta voce un brano e, purtroppo, accadeva molto spesso.
Quello era uno di quei momenti. L’insegnante di italiano
aveva appena fatto il suo nome, quando un gruppetto cominciò a sghignazzare
nella sua direzione.
«Dai Giorgio leggi e, mi raccomando, leggi bene!», sussurrò
Michele fingendosi preoccupato. In realtà, rise sottovoce per tutto il tempo e
questo lo fece innervosire ancora di più: pieno di vergogna, impiegò dieci
minuti per leggere sei righe.
Sentiva che un forte imbarazzo gli aveva dipinto le guance
di rosso, ma non voleva deludere le aspettative dell’insegnante e continuò
ancora la lettura. Balbettò le parole con un groppo in gola, senza dare un
senso a ciò che stava leggendo, anche se quel tema l’aveva scritto lui appena
una settimana prima.
Quando finalmente giunse alla fine, si sentì stremato, come
se avesse usato le sue ultime forze per compiere quell’impresa.
Si sedette perché le gambe non lo reggevano più, ma evitò di
guardarsi attorno perché sapeva esattamente cosa vi avrebbe trovato: il sospiro
rassegnato dell’insegnante, le risate sarcastiche dei compagni e, peggio
ancora, l’espressione di commiserazione sul volto delle femmine.
[…]
Nessuno comprendeva il suo disagio.
Nessuno provava mai a mettersi nei suoi panni.
Insomma, non era colpa sua se non riusciva ad articolare
bene le frasi o se non riconosceva le parole!
Stava ancora ribollendo di rabbia quando notò un cartoncino
colorato sul pavimento. Era sicurissimo che quando era entrato non c’era nulla.
Si chinò per raccoglierlo, ma il cartoncino gli sfuggì di mano, come se avesse
vita propria.
Da quando in qua un pezzo di carta è in grado di rimanere
sospeso per aria??
Rimase incerto sul da farsi, poi la ragione prese il
sopravvento: «Un foglio non può volare!»
Tentò ancora di prenderlo, ma il pezzetto di carta schivò la
sua mano. E, all’improvviso, davanti ai suoi occhi apparvero delle lettere blu.
SE UN RE VUOI DIVENTARE…
UN GRANDE SALTO DEVI FARE!
Un re? Un salto?
Nella stanza non c’era nessuno, oltre a lui. Eppure quelle
lettere erano comparse proprio sotto il suo naso!
E allora c’era solo una cosa che poteva fare: saltare!
Saltellò sul posto un paio di volte, ma non accadde nulla. Stava per gettare
via il foglietto quando sentì una risatina.
Si voltò con paura e vide una piccola e strana creatura blu.
«Ma… tu chi sei?», balbettò confuso.
La creatura saltellò sul posto, imitando il suo tentativo di
prima.
«Ragazzo, il salto è ben un altro, te lo dice un folletto
scaltro!»
«Un folletto?», ripeté Giorgio stupito. I folletti non
dovevano portare un cappello a punta? E magari anche delle orecchie a punta? Il
viso del folletto era paffuto e con qualche ruga ed era alto 30 centimetri a
dir tanto.
Sembrava un nano molto più nano del solito.
Lo strano folletto misurava a piccoli passi le piastrelle della
camera, in continuo movimento. Giorgio non aveva mai incontrato prima d’ora una
creatura tanto bizzarra.
Che carino deve essere, non trovate?
Buona lettura!
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