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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

sabato 29 settembre 2018

Segnalazione: Azheran Le Cronache degli Ejyn (Vol 1) di Maria Luisa Conforti

Segnalazione:

Azheran

Le Cronache degli Ejyn (Vol 1)

di

Maria Luisa Conforti


Buongiorno lettori,
eccovi la segnalazione di Azheran – Le Cronache degli Ejyn (Vol 1) di Maria Luisa Conforti.


Biografia:

Maria Luisa Conforti nasce a Termoli (CB) nel 1997. Vive a Lesina, un piccolo paese della provincia di Foggia. Ha frequentato il Liceo scientifico tradizionale, attualmente è iscritta al Corso di Laurea in Beni Culturali al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, continuando con i suoi studi la passione per la storia antica e l’archeologia. Affascinata fin da piccola dalla letteratura, influenzata soprattutto da libri sulla mitologia e dai fantasy, ha sviluppato un mondo a metà strada tra i due: Azheran è il suo primo romanzo.

Genere: romanzo fantasy
Editore: GDS edizioni
Data di pubblicazione: 2 marzo 2018
Numero pagine: 187
Prezzo ebook: 2,99€
Prezzo cartaceo: 14,00€
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Sinossi:

Quando la Primordiale Esplosione spezzò il Grande Spazio Cosmico, vennero generati molteplici Universi che continuano tutt’ora a coesistere. Tra questi è presente il Mondo di Azheran, abitato dai Dieci Popoli degli Azharyn, ognuno in grado di manipolare una parte della realtà stessa. Nelle Mahnès Ejyn-Lha, le Isole dei Signori dello Spazio, il re Nokha governa dispoticamente e l’esercito è ormai a lui fedele. Il regno, tuttavia, è tenuto all’oscuro dell’effettiva situazione e ad opporsi al tiranno restano soltanto i suoi quattro figli. Eppure un terribile destino sembra incombere su di loro.
“La morte sarà solamente l’inizio di una nuova vita…”


Ed eccovi anche degli estratti:

1) Viviamo in un mondo che ci appare come l’unico esistente, popolato da pigri uomini che si ergono, credendosi divinità, al di sopra di ogni cosa. Senza morale né legge, abbiamo perso la nostra umiltà.
Ci reputiamo padroni del Cosmo, indiscussi signori al centro dell’universo.
Ma noi non siamo altro che piccoli esseri posti nell’angolo più remoto e oscuro del Grande Spazio Cosmico. Noi non siamo altro che nulla, il nostro stesso Mondo è un misero infante se confrontato con altri, la più esigua parte di un qualcosa di molto più vasto e sconfinato.
Perché noi non siamo soli, non lo siamo mai stati.
Pochi ne hanno la consapevolezza, meno ancora la certezza.
Tuttavia io ho visto.
Ho potuto scorgere cosa si cela al di là del buio. Ho avuto l’onore di andare nell’Oltre, il dono di narrare ciò che era sconosciuto.

2) Dal prologo
“Le fiamme di un oscuro inferno mi stavano avvolgendo, il mio stesso cuore si era lacerato. Solamente adesso ero consapevole di ciò che accadde, di ciò che avevo visto. E inerme non avevo potuto fare niente...
Nonostante odiassi tutti loro e covassi un'immensa vendetta nella mia anima, mai avrei potuto, anche soltanto immaginare, una tremenda punizione come quella di cui fui silenziosa spettatrice.
E il fuoco continua a bruciare sulle mie mani, sul mio viso e sui volti di tutte quelle persone, ammassate come bestie nella sala del trono: erano uomini e donne colpevoli di essere soltanto fedeli a un unico uomo. Eppure quell'unico uomo mac-chiò la sua anima con il sangue dei suoi stessi figli: provo forse pietà per un barbaro e un assassino? Cos'è questa sensazione che parte dalle viscere del mio corpo?
Non è clemenza!
Anch'io ero in quel luogo per ucciderlo...”

3) Dal capitolo II –  Kranhos-Nann
Quando Witha e Arkenorya comparvero all'orizzonte d'Occidente, tra le nebbie vermiglie della notte, Mywuha era già sveglio da tempo. Osservava i punti in cui il Kranhos-Nann, il Bianco Manto delle terre di Ifherarg, si estendeva e dilatava: da nord-est fino al centro di quelle terre la catena montuosa si sviluppava quasi rettilinea per poi deviare improvvisamente verso il gelido nord e piegarsi come un arco ad ovest, terminando in chissà quale territorio sconosciuto oltre i confini del mondo.
Le vette, imponenti e ripide, erano ricoperte da ghiacciai dal centro fino alla loro sommità mentre nevi perenni scendono durante tutto l'anno, arrivando alle loro pendici. In quel momento, con il cielo notturno che si espandeva ancora ad Oriente, i gelidi ghiacci dei monti rilucevano di una strana e sinistra colorazione cremisi, sembrando terre cosparse del rosso sangue degli Azharyn della Luce.
Mywuha si trovava appoggiato alla balaustra di un metallo grigio opaco, le braccia incrociate su di essa, la quale, gettandosi a capofitto, delimitava il percorso di una stretta stradina che fiancheggia il pendio inclinato e scosceso del monte.
Più i due Soli, pigramente, salivano nel cielo e più riusciva a scorgere ciò che si estendeva sul lato nord della catena: neve. Neve e soltanto neve che si allargava ovunque, in ogni direzione, tingendo di bianco ogni punto.
Cosa ci fosse oltre essa, nessuno era in grado di dirlo, né di sapere quali fossero gli arcani misteri che si celano tutt'ora al di là di quel candido deserto. Molte le spedizioni che erano partite, ma nessuno aveva fatto mai ritorno per narrare cosa vi fosse nelle terre esterne.
E presto altri sarebbero andati verso l'ignoto e la morte.




Non siete curiosi?
Io moltissimo!



Buona lettura!

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