Segnalazione:
Azheran
Le Cronache degli Ejyn (Vol 1)
di
Maria Luisa Conforti
Buongiorno lettori,
eccovi la segnalazione di Azheran – Le Cronache degli Ejyn (Vol 1) di Maria Luisa Conforti.
Biografia:
Contatti:
Biografia:
Maria Luisa Conforti nasce a Termoli (CB) nel 1997.
Vive a Lesina, un piccolo paese della provincia di Foggia. Ha frequentato il
Liceo scientifico tradizionale, attualmente è iscritta al Corso di Laurea in
Beni Culturali al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia,
continuando con i suoi studi la passione per la storia antica e l’archeologia.
Affascinata fin da piccola dalla letteratura, influenzata soprattutto da libri
sulla mitologia e dai fantasy, ha sviluppato un mondo a metà strada tra i due:
Azheran è il suo primo romanzo.
Contatti:
Editore: GDS edizioni
Prezzo ebook: 2,99€
Prezzo cartaceo: 14,00€
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Data di pubblicazione: 2 marzo 2018
Numero pagine: 187Prezzo ebook: 2,99€
Prezzo cartaceo: 14,00€
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Sinossi:
Quando la Primordiale Esplosione spezzò il Grande
Spazio Cosmico, vennero generati molteplici Universi che continuano tutt’ora a
coesistere. Tra questi è presente il Mondo di Azheran, abitato dai Dieci Popoli
degli Azharyn, ognuno in grado di manipolare una parte della realtà stessa.
Nelle Mahnès Ejyn-Lha, le Isole dei Signori dello Spazio, il re Nokha governa
dispoticamente e l’esercito è ormai a lui fedele. Il regno, tuttavia, è tenuto
all’oscuro dell’effettiva situazione e ad opporsi al tiranno restano soltanto i
suoi quattro figli. Eppure un terribile destino sembra incombere su di loro.
“La morte sarà solamente l’inizio di una nuova vita…”
“La morte sarà solamente l’inizio di una nuova vita…”
Ed eccovi anche degli estratti:
1) Viviamo in un mondo che ci appare come l’unico
esistente, popolato da pigri uomini che si ergono, credendosi divinità, al di
sopra di ogni cosa. Senza morale né legge, abbiamo perso la nostra umiltà.
Ci reputiamo padroni del Cosmo, indiscussi signori
al centro dell’universo.
Ma noi non siamo altro che piccoli esseri posti
nell’angolo più remoto e oscuro del Grande Spazio Cosmico. Noi non siamo altro
che nulla, il nostro stesso Mondo è un misero infante se confrontato con altri,
la più esigua parte di un qualcosa di molto più vasto e sconfinato.
Perché noi non siamo soli, non lo siamo mai stati.
Pochi ne hanno la consapevolezza, meno ancora la
certezza.
Tuttavia io ho visto.
Ho potuto scorgere cosa si cela al di là del buio.
Ho avuto l’onore di andare nell’Oltre, il dono di narrare ciò che era
sconosciuto.
2) Dal prologo
“Le fiamme di un oscuro inferno mi stavano avvolgendo,
il mio stesso cuore si era lacerato. Solamente adesso ero consapevole di ciò
che accadde, di ciò che avevo visto. E inerme non avevo potuto fare niente...
Nonostante odiassi tutti loro e covassi un'immensa
vendetta nella mia anima, mai avrei potuto, anche soltanto immaginare, una
tremenda punizione come quella di cui fui silenziosa spettatrice.
E il fuoco continua a bruciare sulle mie mani, sul
mio viso e sui volti di tutte quelle persone, ammassate come bestie nella sala
del trono: erano uomini e donne colpevoli di essere soltanto fedeli a un unico
uomo. Eppure quell'unico uomo mac-chiò la sua anima con il sangue dei suoi
stessi figli: provo forse pietà per un barbaro e un assassino? Cos'è questa
sensazione che parte dalle viscere del mio corpo?
Non è clemenza!
Anch'io ero in quel luogo per ucciderlo...”
3) Dal capitolo II –
Kranhos-Nann
Quando Witha e Arkenorya comparvero all'orizzonte
d'Occidente, tra le nebbie vermiglie della notte, Mywuha era già sveglio da
tempo. Osservava i punti in cui il Kranhos-Nann, il Bianco Manto delle terre di
Ifherarg, si estendeva e dilatava: da nord-est fino al centro di quelle terre
la catena montuosa si sviluppava quasi rettilinea per poi deviare
improvvisamente verso il gelido nord e piegarsi come un arco ad ovest,
terminando in chissà quale territorio sconosciuto oltre i confini del mondo.
Le vette, imponenti e ripide, erano ricoperte da
ghiacciai dal centro fino alla loro sommità mentre nevi perenni scendono
durante tutto l'anno, arrivando alle loro pendici. In quel momento, con il
cielo notturno che si espandeva ancora ad Oriente, i gelidi ghiacci dei monti
rilucevano di una strana e sinistra colorazione cremisi, sembrando terre
cosparse del rosso sangue degli Azharyn della Luce.
Mywuha si trovava appoggiato alla balaustra di un
metallo grigio opaco, le braccia incrociate su di essa, la quale, gettandosi a
capofitto, delimitava il percorso di una stretta stradina che fiancheggia il
pendio inclinato e scosceso del monte.
Più i due Soli, pigramente, salivano nel cielo e più
riusciva a scorgere ciò che si estendeva sul lato nord della catena: neve. Neve
e soltanto neve che si allargava ovunque, in ogni direzione, tingendo di bianco
ogni punto.
Cosa ci fosse oltre essa, nessuno era in grado di
dirlo, né di sapere quali fossero gli arcani misteri che si celano tutt'ora al
di là di quel candido deserto. Molte le spedizioni che erano partite, ma
nessuno aveva fatto mai ritorno per narrare cosa vi fosse nelle terre esterne.
“E presto altri
sarebbero andati verso l'ignoto e la morte.”
Io moltissimo!
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