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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

martedì 30 marzo 2021

Segnalazione: M. L'uomo della provvidenza di Antonio Scurati

Segnalazione:

M. L'uomo della provvidenza

di

Antonio Scurati



Buongiorno lettori,
per Bompiani vi segnalo il romanzo "M. L'uomo della provvidenza" di Antonio Scurati.
Autore già conosciuto per il romanzo Il tempo migliore della nostra vita.


M. è il miglior vaccino narrativo attualmente in circolazione contro i nuovi populismi: un romanzo europeo dove stile e contenuto si fondono nel discorso indiretto libero, libero perché la voce interiore del Duce è riprodotta senza caporali, costringendoci a farla scandalosamente nostra, libero perché lo sguardo è affrancato da pregiudiziali ideologiche che impedirebbero di raccontare da dentro e senza reticenze, come una lunga ammissione, gli ardori, i furori, gli errori e gli orrori del fascismo.”
Luca Mastrantonio, Sette


Biografia:
Nato a Napoli nel 1969, Antonio Scurati è docente di Letterature contemporanee presso la IULM di Milano. Ha esordito nel 2002 con Il rumore sordo della battaglia (premio Kihlgren, premio Fregene, premio Chianciano). Nel 2005, con Il sopravvissuto, ha vinto il premio Campiello, nel 2008, con Una storia romantica, il Mondello, e nel 2015, con Il tempo migliore della nostra vita, il Viareggio e il Selezione Campiello.



Gene
re:
 romanzo storico

Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 23 settembre 2020
Numero pagine: 529
Prezzo cartaceo: 21,85
Prezzo ebook: 14,99€
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Sinossi:
Il cammino di M. Il figlio del secolo – caso letterario di assoluta originalità ma anche occasione di una inedita riaccensione dell’autocoscienza nazionale – prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell’oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor più ardito tra narrazione e fonti dell’epoca. Dal 1925 fino al 1932, decennale della marcia su Roma: quando Mussolini fa innalzare l’impressionante sacrario dei martiri fascisti, e più che onorare lutti passati sembra presagire ecatombi future.
All’alba del 1925 il più giovane presidente del Consiglio d’Italia e del mondo, l’uomo che si è addossato la colpa dell’omicidio di Matteotti come se fosse un merito, giace riverso nel suo pulcioso appartamento-alcova. Benito Mussolini, il “figlio del secolo” che nel 1919, rovinosamente sconfitto alle elezioni, sedeva nell’ufficio del Popolo d’Italia pronto a fronteggiare i suoi nemici, adesso, vincitore su tutti i fronti, sembra in punto di morte a causa di un’ulcera che lo azzanna da dentro.
Così si apre il secondo tempo dell’epopea sciagurata del fascismo narrata da Scurati con la costruzione e lo stile del romanzo. Mussolini non è più raccontato da dentro perché diventa un’entità distante, “una crisalide del potere che si trasforma nella farfalla di una solitudine assoluta”. Attorno a lui gli antichi camerati si sbranano tra loro come una muta di cani.
Il Duce invece diventa ipermetrope, vuole misurarsi solo con le cose lontane, con la grande Storia.
A dirimere le beghe tra i gerarchi mette Augusto Turati, tragico nel suo tentativo di rettitudine; dimentica ogni riconoscenza verso Margherita Sarfatti; cerca di placare gli ardori della figlia Edda dandola in sposa a Galeazzo Ciano; affida a Badoglio e Graziani l’impresa africana, celebrata dalla retorica dell’immensità delle dune ma combattuta nella realtà come la più sporca delle guerre, fino all’orrore dei gas e dei campi di concentramento.


Interessante, non trovate?

Buona lettura!

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