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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

giovedì 31 maggio 2018

Segnalazione: Le tribolazioni di un italiano in Cina di Andrea Pasquale

Segnalazione:

Le tribolazioni di un italiano in Cina

di
Andrea Pasquale


Buongiorno lettori,
oggi vi segnalo un romanzo molto particolare: Le tribolazioni di un italiano in Cina di Andrea Pasquale. Si tratta di un racconto in chiave tragicomica di una storia realmente accaduta direttamente all'autore.




Biografia:
Andrea Pasquale nasce all'inizio degli anni Ottanta in Molise. Fin da bambino dimostra scarsa propensione per lo sport e una passione sfrenata per il mondo nerd, che ben gli valgono l'attenzione dei bulletti e il soffocamento di ogni speranza di contatto con il mondo femminile. Nel 2001 si iscrive a Relazioni Internazionali. Nel 2006 vince la borsa di studio Erasmus e fa festa a Granada per dieci mesi. Qui, tra cocktail mefistofelici e donne di facile seduzione, impazzisce e dall'anno seguente comincia a prendere più aerei che autobus. Si ritrova così ad essere guida turistica in Francia, muratore in Spagna, cameriere in Giappone, studente in Scozia, stagista in Uruguay e Belgio e turista incallito. Nel frattempo, trova anche il modo di regalare qualche migliaio di euro a un costoso quanto inutile Master fighetto. Nel 2010 vola in Cina e, dopo un turbolento periodo iniziale di adattamento, trova finalmente qualcuno disposto a pagarlo non in buoni pasto. Correntemente prosegue il suo lavoro come insegnante di italiano, spagnolo e inglese presso varie scuole e università cinesi e continua imperterrito a viaggiare per il mondo. 

Pagina Facebook Andrea Pasquale "Le tribolazioni di un italiano in Cina"



Genere: romanzautobiografico, umoristico
Editore: Booksprint Edizioni
Data di pubblicazione: agosto 2017
Numero pagine: 322
Prezzo cartaceo: 19,90€
Prezzi ebook: 4,99
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Sinossi:
Il Butre è un giovane neolaureato degli anni Duemila dall'animo nerd e dagli ingenui sogni di gloria. A seguito di mesi e mesi di fallimentari colloqui di lavoro, un invitante stage in Cina lo convince a fare le valigie e volare a Pechino. Ad accoglierlo trova il fastidioso Peter, autista cinese dall'inglese incerto, il quale ben presto si rivelerà essere un truffaldino tuttofare, un pessimo uomo e un campione mondiale di sputi. Il Butre diventerà così protagonista di un tragicomico viaggio fra Pechino, Tianjin e Wuhan che lo porterà a scontrarsi con i raggiri del suo autista, a imbattersi in un amore inaspettato e a incappare in situazioni ai limiti dell'umana sopportazione. Durante il suo tentativo di punire Peter, scoprirà infine il lato chiaro di quel grande mistero chiamato Cina. “Le Tribolazioni di un italiano in Cina” è una storia autobiografica realmente accaduta e rappresenta l'inizio di un'avventura molto più grande che ha portato l'autore a vivere nel “Celeste Impero” per molti anni a seguire. 


Eccovi anche un estratto:
Durante la seconda ora di attesa, il viaggiatore che è in me ha preso il controllo delle mie insicurezze ed è giunto alla realizzazione di un piano di attacco. Avrei aspettato fino alle nove. Se non si fosse presentato nessuno, mi sarei infilato nel primo taxi e mi sarei fatto portare in un albergo in centro. Al massimo, mi sarei preso un mese sabbatico, avrei visitato la Cina in lungo e in largo e poi sarei tornato mestamente a casa.
Questo pensiero ha riempito di positività l’intera terza ora di attesa. Fra una volgarità e l’altra sussurrata verso Hellen, Alice e l’autista, ho lasciato che il mio ebook reader mi sollevasse dal peso di domande ed enigmi troppo scomodi.
Fino ad ora.
Sono le otto e quarantanove.
“Che faccio? Me ne vado?”
No, dai. Ho detto alle nove e nove sia. Dieci minuti. Aspettiamo altri dieci minuti.
Otto e cinquanta.
“Resisti, Butre. Canticchia.”
Poso l’ebook reader sulla valigia. Canticchio i cari e vecchi Litfiba a voce più alta di quanto abbia pianificato:
«E noi siamo i tipi che ti fanno dannare, siamo noi, proprio noi che non dormiamo mai!»
Qualcuno passa e mi guarda come se fossi appena uscito da un manicomio.
«O forse siamo i tipi che ti danno da fareeeah, se resisti, resisto, insisto anche nei guai!»
Otto e cinquantuno.
«Così, io lo dico, rifarei tu - tto! E qua io posso dirlo, ne rifarei di piùùùùùù. VOGLIO ANDAAAAARE NEL MONDO PIÙ PERSO! AZZO’! E SOGNAAAARE IL MONDO ALL’INVEEERSO!»
«Ah, ah, ah! Errrrrr, Tu cantare? Tu Butre? Bravo, cantare!» mi interrompe una voce rauca ma squittente, in un inglese che tra-sformerebbe la mia vecchia prof di molinglisc’ in una madrelingua di Brighton.
Mi giro di scatto. Davanti a me, una figura insolita. Un cinese sui quarant’anni, basso, tozzo e tarchiato, mastica qualcosa di immondo tra i denti irregolari, che del bianco hanno perso pure il ricordo. Mentre biascica e succhia con gusto il suo snack, mi offre un sorriso che vorrebbe essere benevolo. La verità però è che il tizio è talmente brutto da risultare subito antipatico a pelle. Sembra una delle tre Furie di Grosso guaio a Chinatown, quando alla fine esplode perché si gonfia di disperazione dopo la morte di Lo Pen. Veste un orribile maglione grigio che ricorda vagamente quelli che mia madre mi propinava per Natale, passati per trenta-cinque anni di cugino in cugino e riciclati a ogni generazione. Sopra di esso, una giacca nera per dare un tocco di eleganza. Sotto, pantaloni della tuta verdi e scarpe nere di finta pelle lucidate fino a splendere.
«Chi sei tu?» gli chiedo in inglese. «Sei della SISNEDU?»
«Sì, sì! Io sono autista! Autista SISNEDU! Torniamo? Tornia-mo!»


Sembra davvero divertente! Sono proprio curiosa di leggerlo.
E voi cosa ne pensate?


Buona lettura!

2 commenti:

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