Segnalazione:Dal Milite ignotoalla Marcia su Roma.Apoteosi funebree morte dello stato liberale.Un percorso per immaginidiEnrico Folisi
Buongiorno lettori,
«Due eventi fondamentali nella storia patria attraverso un'interessantissima documentazione fotografica»
Attraverso gli accurati servizi fotogiornalistici dell’Illustrazione Italiana sono messi in luce tutti gli aspetti dei due eventi. Da una parte si fa il punto sul viaggio del Milite Ignoto dalla Basilica di Aquileia all'Altare della Patria che sancisce la nascita della Patria condivisa per gli italiani, dall'altra sulla Marcia su Roma delle squadracce fasciste fuorilegge che determinano la fine della legalità e di fatto la morte della Patria liberale.
Attraverso gli accurati servizi giornalistici dell'epoca e una precisa e ricca documentazione fotografica sono messi in luce tutti gli aspetti, sia della designazione e del viaggio del milite ignoto da Aquileia a Roma, sia della Marcia fascista su Roma per la presa del potere. Da una parte, quindi, si fa il punto sul percorso che compì, nell’ottobre del 1921, il Milite Ignoto dalla Basilica di Aquileia a Roma all'Altare della Patria, che sancì la nascita della Patria condivisa per gli italiani, ma anche contemporaneamente un rito funebre dello stato liberale, dall'altra, un anno dopo, sulla Marcia su Roma delle squadre fasciste fuorilegge, che determinarono la fine della legalità in Italia e di fatto la definitiva morte della Patria liberale e l'avvento di Mussolini al governo, con la promessa di una nuova politica parlamentare, successivamente rinnegata con l'imposizione della dittatura. L'intera cerimonia dell’Ignoto Militi esaltò spontaneamente e nel dolore la memoria collettiva della Nazione, che riconobbe in quella tomba senza nome il proprio monumento nell'Altare della Patria, prima dell'avvento del fascismo, che alla fine di ottobre dell'anno successivo aprirà il sipario, attraverso la propria teatralità patriottica, ad un nuovo ordine illiberale e antidemocratico, concludendo lì la propria marcia di conquista del potere, trasformata in parata consentita, e ripartendo
parodisticamente e insieme tragicamente da esso. Con il Milite Ignoto nacque l’eroe nuovo, quello della guerra di massa, l'eroe-antieroe. Nel conflitto dei grandi numeri, l'anonimo caduto divenne il vero eroe, il soldato senza nome in cui tutto il popolo potesse riconoscersi, colui che combatté e morì in guerra, senza ipotizzare e aggiungere null'altro, né di importante né di effimero. Eliminati i discorsi ufficiali, tutte le fasi della cerimonia militare e civile, laica e clericale insieme, superarono di slancio la retorica che l'avevano vista nascere diventando da invenzione ideologica un evento sinceramente vero, reale, vivo. Tutte le parti politiche di un'Italia di scontri, anche mortali, furono momentaneamente pacificate in un avvenimento unico e irripetibile, quello al Milite Ignoto divenne l'ultimo estremo saluto al figlio, al marito, al fratello, al camerata, al compagno proletario ucciso da un altro uomo proletario o borghese, nobile o contadino, comunque carnefice di una vittima sconosciuta che incarnò tutti i martiri di guerra di un'Italia ritrovata, momentaneamente pacificata nel dolore sincero di tutte le componenti sociali, di tutte le parti politiche. (Dall’introduzione)
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