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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

mercoledì 26 maggio 2021

Segnalazione: La mia vita fuori dall'utero di Daniele Capaccio

Segnalazione:

La mia vita fuori dall'utero

di
Daniele Capaccio



Buongiorno lettori,
per lEdizioni Haiku vi segnalo la raccolta di racconti: "La mia vita fuori dall'utero" di Daniele Capaccio.


Intarsiata da un stile schietto e diretto, questa raccolta di racconti mette in scena spaccati di vita quotidiana cruda e spesso disarmante, con protagonista un'umanità struggente, appesa al filo, lottatrice e problematica.


Biografia:
Daniele Capaccio nasce a Roma nel 1981. Scrittore proficuo di racconti, pubblica nel 2014 la sua prima raccolta La mia vita fuori dall’utero (Edizioni Haiku), dopo alcune pubblicazioni su riviste di settore. Da più di quattro anni è membro del collettivo A.S.M.A. di Poesia, con il quale propone particolari eventi di reading. Attualmente sta lavorando a diverse raccolte inedite di racconti.  



Gene
re:
 
romanzo Fantascienza / formazione
Editore: Edizioni Haiku
Data di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 208
Prezzo cartaceo: 10,00€
Prezzo ebook: 2,69€ (Gratis con Kindle Unlimited)
Link per l'acquisto su Amazon:




Sinossi:
Il testo raccoglie cinquanta brevi racconti più una piccola autobiografia romanzata che chiude l’opera. Ogni racconto è autonomo e inscena spaccati di una quotidianità spesso cruda e disarmante, che solo alle volte si fa più dolce e poetica. I personaggi, i protagonisti che si susseguono tra le pagine de La mia vita fuori dall’utero sono classici losers metropolitani: diseredati, licenziati e sempre pieni di debiti. Non c’è spazio per grandi sogni o per ideali troppo eleganti, quando l’unica vera preoccupazione è quella di vivere alla giornata, “svangarla”, neppure arrivare a fine mese ma direttamente “a fine settimana”. Tra prostitute e
intimità perverse, tra battaglie alcoliche e il classico gioco d’azzardo, tuttavia, Daniele Capaccio ci regala attimi insperati di struggente umanità.
  


Il registro stilistico che Capaccio tiene è omogeneo per tutto il corso dell’opera: schietto, diretto, senza troppe concessioni a frasi a effetto o giochi di parole. La narrazione risulta quindi molto semplice e discorsiva, spesso caratterizzata da frasi brevi e un ritmo che, in alcune fasi, si fa più introspettivo mentre, in altre, spiccatamente “cinematografico”. Una curiosità: ogni racconto è accompagnato da un particolare “for a better understanding of this post, listening to”, ovvero di un’indicazione per un accompagnamento musicale che l’autore suggerisce al lettore per la miglior fruizione del racconto stesso.


Eccovi un estratto:
i giorni passavano uguali per tutti, mentre la gente s’era divisa tra chi gettava la spazzatura e chi la raccoglieva.

gli occhi si aprono come davanti alla visione di una madonna a scelta, luccicanti come vetro battuto dal sole. si volta verso Luciano e ordina un altro giro. noi eravamo già tutti tesi verso il bancone, l’orecchio pronto a cogliere la risposta della voce, la solita voce, di Luciano. il nostro barista che non ha proprio intenzione di servire quel liquore a questo tizio venuto da chissà dove, non una seconda volta. non per ritrovarsi a litigare con un figlio di papà che fa i capricci perché vuole a ogni costo morire seduto nella sua auto.

il mondo è fatto di cose tangibili e reali, ma la vera forza che sostiene la materia sono le parole.
  



Molto interessante, lo leggerete?
Buona lettura!

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