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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

lunedì 18 gennaio 2021

Segnalazione: Il Verbo di A'alwe di Andrea Agomeri

Segnalazione:
Il Verbo di A'alwe

di
Andrea Agomeri



Buongiorno lettori,
eccovi il romanzo: "Il Verbo di A'alwe" di Andrea Agomeri, edito GDS Editrice.
Questo libro è suddiviso in due volumi.


Biografia:
Mi chiamo Andrea Agomeri, classe ‘78 e risiedo ad Aprilia (LT) con mia moglie Mara. Sono laureato in Scienze Naturali, con una specializzazione in biotecnologie cellulari delle piante.
Dopo qualche concorso letterario e brevi racconti, ho scritto e pubblicato il mio primo romanzo, Il Verbo di A’alwe, un fantasy epico di 854 pagine, suddiviso in due volumi ed edito da GDS editrice. 


Genere: Romanzo fantasy epico
Editore: GDS Editrice
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2019
Numero pagine: 854 (totale di entrambi i volumi)
Prezzo cartaceo: 19,90€ e 21,90€
Prezzo ebook: 3,49€ 
Link per l'acquisto su Amazon: 






Sinossi:
Quando il bosco di Lorgul inizia a sussurrare presagi di morte, per Andrel non rimane altro che aggrapparsi all’istinto di sopravvivenza. Ma dal momento in cui l’oscura selva decide di mostrare il suo vero volto, nulla potrà più trascendere l’immaginazione, se non il nulla stesso.
Inizia così un’odissea per terra e per mari, tra battaglie ed epici duelli, alla ricerca di una bambina, fonte di salvezza contro l’orda del Male che avanza. Un invisibile nemico li attenderà, un'indecifrabile realtà li accompagnerà, una segreta alleanza li sosterrà.
Dalla drammaticità degli eventi, eroici cavalieri all'ombra delle Tenebre vedranno emergere dai propri conflitti interiori quei valori persi nel profondo del cuore umano. E’ infatti in un viaggio spirituale che i protagonisti dovranno affrontare la loro prova più dura ed è nel verbo di Lei, di A’alwe, che dovranno trovare quella fede che li renderà invulnerabili. Un cammino fatto di illusioni e verità, di macabre conoscenze e profetici disegni. Un cammino che porterà alla rivelazione e alla redenzione.
Sarà pianto delle Tenebre, grido degli abissi o un’alba morente incatenata da un imperituro tramonto?


Eccovi anche un estratto:
LXXXV
  
La mano affondò delicatamente nel bianco manto del suo cavallo. La pioggia ne aveva indurito ed inscurito il pelo, ma lei sentì ugualmente il calore che sprigionava. Paulen fece scivolare un piede dalla staffa, caricò tutto il peso sull'altra staffa e saltò giù. Sciolse l'animale da tutti i finimenti, poi gli diede una carezzevole pacca sul posteriore. Lo rese libero, gli donò la libertà di scegliere il sentiero dove cavalcare, lo liberò dall'opprimente realtà che incombeva, implacabile. Per un attimo il quadrupede esitò ma poi, infastidito dall'aria venefica, s'arrese e fuggì via. Paulen era rimasta sola, ferma, tra i bui vicoli di Kir-sandia. Era giunta lì chiamata dal suo destino, spinta dalla volontà di porre un cambiamento che avrebbe alterato ogni scelta avversa di chi guardava al cambiamento stesso inteso come dominio, come distruzione. Lei invece voleva offrire la scelta di ricostruire ciò che l'uomo stesso aveva danneggiato. Sospirò ma non gli piacque ciò che sentì. Il mantello gravò sulle sue spalle, appesantito dalla pioggia incessante. Era buio, eppure una luce soffusa, distante, proveniva ad indicarle il sentiero. S'incamminò. Nell'irreale silenzio che avvolgeva ogni cosa, il fruscio del suo mantello sembrava essere l'unica voce a pizzicare gli aghi d'acqua che cadevano dal cielo cupo. Il soffio della morente attesa le incipriò un volto indurito dalle invisibili cicatrici dell'eterna espiazione. Intrecci di angusti pensieri le si affastellarono nella testa, tessuti in reminiscenze di un passato logorato dai secoli. Ispirò a fondo, come a voler diluire i ricordi verso una dimensione astratta, senza confini e senza regole. Le tenebre erano ovunque, opprimenti, ma non v'era solo l'oscurità ad accompagnarla. Levò il capo al cielo; la pioggia le punzecchiò il volto. In ogni goccia, frutto del pianto di un cielo ferito, vi riconobbe quel cuore di luce che in altri tempi illuminava ogni cosa, minuscoli frammenti di un alba strappata al giorno, minuti segni, poco più di illusioni, che scintillavano come se un'entità viva vi pulsasse dentro. Strizzò le palpebre, come a voler proteggere quel mosaico nascente di luci e colori. Procedette a passo lento, sottomessa in una crisalide di oscurità. Attorno a lei le ombre sembravano attecchire su ogni cosa, schiacciate dalla pioggia scrosciante. Iniziò a percepire la Sua presenza. Il passo di Paulen si fece più deciso. Lo scontro era imminente. Lo scontro era inevitabile. L'aria s'acquietò in un placido giudizio. Tutt'attorno, la natura aveva smesso di pulsare il soffio vitale, anime perdute scolpite nelle algide mura di edifici eretti ad immagine di spettri. Lì, tra le cineree pareti della città, s'aggirava l'effigie della sopraffazione, il ritratto della devastazione, l'immagine speculare di lei che avanzava negli accecanti flutti della perdizione. Una spirale di emozioni le emerse dalle ceneri dell'oblio. Le pupille le si contrassero e le lacrime di frustrazione si volatilizzarono verso un mondo onirico. Le ombre la marcarono, contorsero dita informi come ad artigliarla, le si aggrapparono strenuamente. Eppure, non v’erano solo quelle. Strali di luce irruppero da un lontano orizzonte, non quello che unisce il cielo alla terra ma l’orizzonte che taglia il valico della paura da un mondo dove non esiste tramonto, dove non esiste il buio; quel mondo pulsò dentro il petto di Paulen. Invisibile, questa luce calcò sulle nere proiezioni della notte. Drappeggiata da un manto di tenebre, avanzò verso il vuoto che gravava in uno svincolo schiacciato tra le alte mura di edifici feriti dalle intemperie; una bruma color carbone incupì il suo sentiero.  Dal cielo parve scendere una gigantesca spada di luce che fendette in due le penombre del mondo terreno. Una fugace visione le attraversò quel baco di immaginazione che inesorabilmente andava maturando in cruda realtà. Ne percepì la provenienza, un richiamo tanto invisibile quanto assordante. I secondi martellarono come magli giganteschi. Non vi fu indulgenza verso quell'attesa che logorava quell'impeto tessuto con le fibre dello sdegno. Davanti a lei c’era solo un nero sudario, ma dentro il suo corpo veleggiava una cortina accecante che imbiancò ogni cosa. Dal suolo andavano contorcendosi scudi di ombre che nereggiavano sullo sfondo cupo. La proiezione di una fuggente percezione disegnò una coscienza che prese a sbocciare. Ne percepì la presenza, un influsso tanto arcano quanto funesto. I suoi occhi volsero in direzione di quel vuoto dinanzi a sé che sembrava risucchiarla verso il sepolcro della tentazione. I secondi scrosciarono come la più tetra delle tempeste. Non vi fu appagamento verso quel momento che fortificò quel senso di giustizia purificato dalle acque pure della redenzione. Fortificò il proprio animo, con gli occhi perlati da goccioline di speranza, coronati da un'aura di luce; il suo sguardo sfumò verso la più pura delle consapevolezze. L’attesa s’assottigliò, il vuoto si smembrò, la notte si squarciò. Avanzò, costeggiando le fredde mura di Kir-sandia, superò un terrapieno che s'affacciava sul lago, con le immote acque arenate lungo pontili abbandonati, si incuneò tra gli anfratti della città. La torre nera sbucò tra i tetti dei palazzi; la sua presenza sovrastò sulla quiete, la sua vista soffocò ogni velleità. Era un tutt'uno con la sua ombra, prorompente tra le oscurità che regnavano ovunque. Vi si avvicinò, nuda di paura, ribelle ai rovi spinosi di un sonno mortifero che le cingevano le caviglie. Lo stretto in cui si trovava stava per giungere al termine, metafora di una vita vergine di ogni peccato. Rallentò, ma non si fermò. Il largo viale in cui si stava per immettere s'aprì lentamente davanti ai suoi occhi. S'irrigidì, sospirò, si sciolse. Svicolò.
Lui era lì, sul nero sfondo della notte, ad attenderla. (...)


Interessante e voi cosa ne pensate?

Buona lettura!

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