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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

martedì 7 dicembre 2021

Segnalazione: L’enigma del Missionario di Jacques Oscar Lufuluabo

Segnalazione:

L’enigma del Missionario

di
Jacques Oscar Lufuluabo



Buongiorno lettori,
vi segnalo il romanzo: "
L’enigma del Missionario" di Jacques Oscar Lufuluabo.

Autore di cui avevo già recensito il racconto L'ultimo giro e il romanzo L'ombra del castigo.



Gene
re:
 romanzo Giallo / Thriller
Editore: self publishing
Data di pubblicazione: 2 ottobre 2021
Numero pagine: 358
Prezzo cartaceo: 14,99€
Prezzo ebook: 3,99€ (gratis con Kindle Unlimited)
Link per l'acquisto su Amazon:




Sinossi:
Chiamato a indagare su una morte sospetta, il commissario Massimo Nardi si vede costretto a scavare nel passato di una donna scomparsa. Deciso a far luce su aspetti oscuri della sua vita, si imbatte da subito in verità scomode. Non sa di essere a sua volta un bersaglio, succube di un disegno più grande.
Soltanto quando una serie di omicidi inizierà a interferire con l’indagine, si renderà conto di non essere l’unico a interessarsi alla vicenda. Nascosto nell’ombra, c’è il killer che sta terrorizzando la città. Ed è lui a manovrare i fili del gioco.
I media lo hanno soprannominato il Missionario, per via della firma che contraddistingue i macabri delitti: una croce di sangue sulla fronte delle vittime e un versetto biblico all’interno dei cadaveri.
Per Nardi, la sfida con l’assassino diverrà presto una questione personale. Non ha idea di quali motivi lo spingano a uccidere, ma sa per certo che se vorrà batterlo sul tempo, e impedire che scorra altro sangue, dovrà scoprire in fretta quale filo invisibile lo colleghi al suo caso.


Vi lascio anche un estratto:

GENESI

  Un silenzio crudele affonda i propri artigli nella notte. Al confine con il mondo dei morti, si dirama fra tumuli e cipressi, si espande lungo mura sbiadite, riecheggia, come l’urlo di una bestia ferita, per gridare l’angoscia di centomila anime. Laddove le pietre tombali salgono in verticale a innalzare pareti marmoree, la stordente assenza di suono soffoca ogni speranza e ha il potere di uccidere. Tutto ciò che resta è un volto incorniciato, un’immagine senza voce in un mondo di tenebra e silenzio.

Tra la luce sommessa dei lumini, l’uomo incappucciato china il capo. Rende omaggio alla morte e si chiede perché mai il suo nome non compaia su nessuna lapide. È morto. Sa di esserlo. Eppure il cuore pulsa furioso, si ribella, martella il petto con foga crescente, a ricordargli che la morte dell’animo non coincide con quella fisica, a ricordargli che lui è vivo e lo aspetta un ultimo compito prima che giunga la fine. Lui è l’unico a poter rendere giustizia a chi ancora la reclama. E questo, in fondo, è il solo motivo che lo trattenga dal concedersi all’abbraccio del sonno eterno.

In attesa di trovare la pace vorrebbe quantomeno urlare la propria disperazione, ma non riesce ad aprire la bocca. Forse ha serrato le mascelle troppo a lungo e troppo forte, o forse il corpo soffre in una maniera tutta sua, con un linguaggio a lui sconosciuto. A ogni modo, si rassegna, deglutisce, e anziché sputare la sofferenza che lo divora la ingoia suo malgrado, risucchiandola laddove fa più male.

Una fitta allo stomaco arriva improvvisa, diretta come un destro ben piazzato. Il volto già rigato dalle lacrime accenna una smorfia di dolore, ma lui è sul punto di vomitare e per un istante non capisce più nulla. Vede girare il mondo attorno a sé. Per non cadere a terra è costretto a piegarsi avanti. Allarga le gambe a distribuire il peso, porta una mano al petto, poggia l’altra sulla lastra ghiacciata e si rende conto solo allora che sta gridando a squarciagola.

Grida. Piange. Di nuovo solo, abbandonato in un mondo che odia, grida e piange nella notte.

È l’ultima debolezza che si concede.

Poco dopo, infatti, passa una mano sul viso a tirar via le lacrime. Pensa che il tempo per piangere è finito ed è tempo di agire. I veri colpevoli sono là fuori, impuniti, e presto pagheranno.

Attende questo momento da anni. Ogni sacrosanto giorno ha pregato perché non giungesse mai, ma sapeva che presto o tardi sarebbe arrivato. Per lui ormai non c’è speranza; l’amore e la vita sono morti entrambi. La vendetta è tutto ciò che resta.

Adesso lui non è più nessuno. Né vivo né morto, è una voce che grida e reclama giustizia.

Ha una missione da compiere e la porterà a termine.

 


Molto interessante, lo leggerete?
Buona lettura!

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