Segnalazione:
Lumpatius Vagabundus.
Sulle tracce di Nikolaj Sudzilovskij
medico e rivoluzionario
diClaudio Facchinelli
Buongiorno lettori,
vi segnalo il saggio: "Lumpatius Vagabundus. Sulle tracce di Nikolaj Sudzilovskij medico e rivoluzionario" di Claudio Facchinelli, edito Gaspari editore.
L'intento di questo libro, dichiara l'autore nelle prime pagine, è quello di «far conoscere un personaggio molto particolare, sotto molti rispetti eccezionale, del quale in Italia soltanto pochissimi hanno sentito parlare». Quell'uomo non solo è stato testimone per oltre mezzo secolo degli avvenimenti che hanno preceduto e seguito la Rivoluzione di Ottobre, ma ha lasciato tracce non effimere in tutti i Paesi dove ha avuto la ventura di muoversi e agire, in quattro continenti (Europa, America, Oceania, Estremo Oriente) nel corso di un'esistenza incredibilmente densa di avventure. Quell'uomo è: Nikolaj Konstantinovič Sudzilovskij, alias dottor Russel, medico e rivoluzionario errante.
Claudio Facchinelli presenta in Lumpatius Vagabundus. Sulle tracce di Nikolaj Sudzilovskij medico e rivoluzionario una ricerca accurata, approfondita e dettagliata della vita di questo straordinario personaggio la cui vicenda ha ancora molto da insegnare.
Scrive infatti l’autore nella introduzione: «Sorgeva naturale un parallelo fra la situazione che oggi vivono in Bielorussia gli oppositori del regime, e il destino di Sudzilovskij, costretto a venticinque anni a fuggire dalla Russia, senza farvi mai più ritorno, per non essere arrestato e deportato; per dare corpo ai suoi ideali e ai suoi sogni, alla speranza di vivere in un mondo migliore, e combattere perché divenisse realtà. Allora, in Russia, per sfuggire alla Ochrana, la temibile polizia segreta zarista; oggi, in Bielorussia, per fuggire agli arresti indiscriminati, alla milicyja in assetto antisommossa, alla violenza omicida in piazza e nelle caserme. La storia, che dovrebbe essere magistra vitae, si ripete – e non solo in Bielorussia – senza insegnare quasi nulla. Ma poiché, da antico insegnante, non ho mai abbandonato una segreta, pudica vocazione educativa, conservo la fiducia che la storia di un uomo come Nikolaj Konstantinovič, della incredibile ricchezza e generosità dei progetti cui ha messo mano, possa ancora insegnare qualcosa. Per questo motivo mi auguro che, pur con incomprensibile ritardo, anche gli storici italiani siano indotti ad approfondire gli studi e le ricerche su di lui.»
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