Segnalazione:Ali sporchediFerdinando Balzarro
Buongiorno lettori,
Vi lascio anche un estratto:
Aspri conflitti, più che duratura
pace, agli uomini di buona volontà. Mi sono dovuto documentare su internet per
avere un quadro abbastanza esaustivo della situazione. Ne sono rimasto
sconvolto al punto che per la prima volta ho conosciuto il sapore delle lacrime.
Il computo dei morti è impressionante. Dietro ogni caduto ci sono genitori,
figli, mogli, animali. Dietro ogni conflitto torrenti di uomini in fuga dalla
peggior piaga dell’Universo: la guerra. Vivo in Italia, vivo in Europa. Da
oltre settant’anni da queste parti non si imbraccia uno schioppo. I militari,
tutti volontari, se vogliono combattere come prevede la loro preparazione
devono farlo in trasferta. Paradossalmente e in forma ipocrita, definite peace
mission, con moschetti al posto di croci e bombe a mano al posto di ramoscelli
d’olivo. L’Europa stanca, decrepita, malfidata persino di se stessa, non
avrebbe la forza di andare in guerra neppure contro un esercito di cuochi. Ma
il mondo non si chiama Europa. Nelle brughiere più povere si procrea a ritmo
industriale mentre i ricchi frenano le nascite. Sempre meno acqua a dissetare
terre aride e milioni di persone, meno cibo per sfamarle, e allora? Allora non
resta che la guerra, la distruzione, la morte. Proprio come agli esordi della
genia umana, si combatte e uccide per fame e conquista. La formula è questa, si
vive sempre a discapito di qualcuno. Dismetterò vestiti eleganti e tacchi a
spillo, butterò gioielli e collane, taglierò i capelli, indosserò tute
mimetiche, elmetti e maschere antigas, calzerò coriacei stivaletti da deserto,
berrò acqua tiepida dalla borraccia, mangerò cibo conservato, digiunerò per
giorni. Non sei venuto da me, e non ti biasimo Lucifero. Non sei venuto a
scovarmi tra le profumate lenzuola del primo ministro o nell’alcova di un
potente cardinale o nella stanza finemente decorata del papa. Adesso verrò io
da te. Sarò io a cercarti tra le rovine dei bombardamenti a tappeto, tra il
pianto di bambini scalzi, in mezzo alle bare senza nome, sul bordo scabroso
delle fosse comuni. Ti sorprenderò oltre i fili spinati dei campi di
concentramento, ti scoverò a crogiolarti nei roghi delle città in fiamme, tra
il sangue dei villaggi presi d’assalto. Ti cercherò in mezzo ai corpi
martoriati delle vittime. Sporcherò le ali di fango, sangue, polvere e sudore.
Presto guarderemo insieme cosa significa il ‘male’.
In virtù di una serie di poteri su
cui ancora posso contare, ‘grazie al cielo’, riesco ad assumere ruoli
inconsueti per una donna, specie se molto bella come me. Riconosco che i capelli
tagliati quasi a zero, la totale mancanza di trucco, gli abiti militari e
conseguente trascuratezza dei particolari, attenuano se non offuscano lo charme
e conseguenti esiti attrattivi, al punto di passare se non proprio inosservata,
almeno accettata in un contesto prettamente maschile. Infatti seguo militari
sul campo di battaglia, ma anche milizie ribelli, terroristi islamici, eserciti
governativi, corpi speciali americani, missioni segrete. Vivo circostanze
estreme, temperature altissime e freddo intenso, cammino con zaino leggero,
videocamera e macchina fotografica a tracolla, arrampico scoscesi sentieri,
guado fiumi in piena, attraverso selve intricate. L’umidità bagna in pochi
secondi, non si respira, si boccheggia, alcuni svengono. Incontriamo solo città
morte, abbandonate, rovine fumanti e tossiche. I nemici (stando io da tutte le
parti a turno tutti sono nemici) avanzano, bruciano tutto, distruggono ogni
cosa, stuprano ragazze giovanissime, tagliano il seno alle donne incinte,
sembra impossibile che gli uomini siano capaci di un simile orrore. In
Indonesia fonti accreditate parlano di cinquanta, forse novantamila morti. In
Afghanistan il conflitto procede da vent’anni con più di centodieci mila morti.
In Algeria a continue sanguinose stragi perpetrate dagli estremisti islamici si
contrappongono violente controffensive da parte dell’esercito governativo. Ho
seguito i primi e per più tempo i secondi. Parlano di centocinquantamila morti,
non saprei dire chi ne ha subiti di più, né saprei valutare quali dei due
contendenti sia più feroce, spietato e crudele.
Nel
frattempo del diavolo nessuna traccia, se non lo trovo lì intento a contare
morti e relative anime da assemblare all’inferno, non saprei proprio dove
scovarlo.
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