Segnalazione:
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La pedina di vetro
Biografia di Giulia
figlia dell'imperatore Augusto
di
Antonella Tavassi La Greca
di
Antonella Tavassi La Greca
Buongiorno lettori,
per Di Renzo Editore vi segnalo il romanzo: "La pedina di vetro - Biografia di Giulia figlia dell'imperatore Augusto" di Antonella Tavassi La Greca.
Biografia:
Antonella Tavassi La Greca (Napoli 1951 – Roma 2008) si è laureata in Storia e filosofia e ha insegnato per più di vent’anni nei licei della capitale. "La pedina di vetro" è la sua opera prima. Con Di Renzo Editore ha pubblicato anche il dramma teatrale "Voce di Giulia" (2003).
Data di pubblicazione: 20 settembre 2019
Numero pagine: 264Prezzo cartaceo: 13,50€
Prezzo ebook: 6,99€
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Sinossi:
«Non avevo ancora dieci anni, ma ero già sfuggita a due fidanzamenti ufficiali, il primo con Antyllus, il figlio di Antonio, il secondo addirittura con un barbaro: il futuro re dei Geti, Cotiso. In realtà sulla scacchiera della politica contavo come una pedina di vetro ai latrunculi, il gioco con il quale fin da bambina ero solita intrattenermi con mio padre. Ero diventata abile a impadronirmi della pedina del Re, che conserva la libertà di movimento anche quando il giocatore perde la Regina. Vincevo spesso e Augusto era deluso come un bambino, quando mangiavo la sua pedina venutasi a trovare tra due di colore diverso».
Giulia Maggiore, figlia unica di Ottaviano Augusto, è la prima donna ad aver sfidato le leggi di un mondo costruito su misura per condottieri e imperatori. Bella, intelligente e colta, viene allevata con l’amorevolezza e la sapienza degne di un erede al trono, cosa insolita per una donna dell’epoca. Destinata dal padre ad assicurare una discendenza alla gens Iulia, sposerà prima il giovane Marcello, nipote prediletto di Augusto, poi il fido condottiero Agrippa e, in ultimo, il temibile fratellastro Tiberio. Tacito, Svetonio, Dione Cassio, Macrobio e Plinio il Vecchio ne lodano le innumerevoli doti, la squisita educazione e l’estrema dolcezza d’animo, che tuttavia non basteranno a salvarla dagli intrighi di palazzo della matrigna Livia, che con un’accusa di adulterio la costringerà a un duro esilio sull’isola di Ventotene, prima, e nella remota provincia di Reggio Calabria, poi. Queste sono le memorie che non ha mai scritto.
Vi lascio anche un estratto:
“Questo già bastava per distruggere la mia reputazione di donna onesta e per condannarmi secondo la legge sugli adulteri, che – come me – si chiama Iulia. Ma per distruggere del tutto la mia posizione agli occhi di mio padre ci voleva ben altro che un comportamento scostumato, che Augusto non conosceva nei particolari ma di cui ripetutamente gli era giunta voce. Fino a quel momento le accuse contro di me erano tutte vere; magari gonfiate, ma vere. Di lì cominciò la vera macchinazione”.
Giulia Maggiore, figlia unica di Ottaviano Augusto, è la prima donna ad aver sfidato le leggi di un mondo costruito su misura per condottieri e imperatori. Bella, intelligente e colta, viene allevata con l’amorevolezza e la sapienza degne di un erede al trono, cosa insolita per una donna dell’epoca. Destinata dal padre ad assicurare una discendenza alla gens Iulia, sposerà prima il giovane Marcello, nipote prediletto di Augusto, poi il fido condottiero Agrippa e, in ultimo, il temibile fratellastro Tiberio. Tacito, Svetonio, Dione Cassio, Macrobio e Plinio il Vecchio ne lodano le innumerevoli doti, la squisita educazione e l’estrema dolcezza d’animo, che tuttavia non basteranno a salvarla dagli intrighi di palazzo della matrigna Livia, che con un’accusa di adulterio la costringerà a un duro esilio sull’isola di Ventotene, prima, e nella remota provincia di Reggio Calabria, poi. Queste sono le memorie che non ha mai scritto.
Vi lascio anche un estratto:
“Questo già bastava per distruggere la mia reputazione di donna onesta e per condannarmi secondo la legge sugli adulteri, che – come me – si chiama Iulia. Ma per distruggere del tutto la mia posizione agli occhi di mio padre ci voleva ben altro che un comportamento scostumato, che Augusto non conosceva nei particolari ma di cui ripetutamente gli era giunta voce. Fino a quel momento le accuse contro di me erano tutte vere; magari gonfiate, ma vere. Di lì cominciò la vera macchinazione”.
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