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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

sabato 5 dicembre 2020

Segnalazione: Ossessione di Laura Gronchi

Segnalazione:

Ossessione

di

Laura Gronchi



Buongiorno lettori,
vi segnalo il romanzo "Ossessione" di Laura Gronchi, edito Porto Seguro.
Qui il link a un'intervista che ho avuto il piacere di farle.


Biografia:
Laura Gronchi nasce a Pontedera nel 1967. Al diploma nel 1986 seguono esperienze presso studi professionali. Oggi è impiegata come ragioniera e disegnatrice Cad 2D presso un'azienda di lavorazione lamiere; ha inoltre una modesta esperienza come web designer.
Ha partecipato al Peperoncino Festival con un racconto giallo “Piccoli misfatti”. Il racconto breve “Menage a due” è in corso di pubblicazione nell'antologia “La fragranza dell'amore”, (Pluriversum), Il racconto “Cronache dal Coronavirus”, è stato pubblicato sul quotidiano “La Nazione” e nell'antologia “Segui le tue parole” (CTL), seguono quattro racconti che saranno pubblicati a cura di Epikurea e il romanzo d'esordio “Ossessione” (Porto Seguro).




Gene
re:
 romanzo thriller / azione / avventura / sentimenti

Editore: Porto Seguro
Data di pubblicazione: ottobre 2019
Numero pagine: 526
Prezzo cartaceo: 19,90
Link per l'acquisto su Amazon:
 



Sinossi:
Le vicende dell'infermiera Sara Toni e del maggiore dell'aeronautica Sergio Morelli, dopo il loro incontro in Etiopia e il ritorno a Pisa, s'intrecciano con un passato burrascoso e con il rapimento di lei da parte dei terroristi; il presente appare sereno, ma si rivela quanto mai labile, messo a rischio da un ex marito violento e da una ex fiamma talmente vendicativa da risultare patologica, mentre il futuro li riporterà in Africa, dove li attendono altre vicissitudini. Un romanzo composito di vendetta, amore e violenza, dai toni avvincenti e soffusamente noir.



Eccovi anche un estratto:

La mole grigia, tozza e per nulla aerodinamica del C130 offendeva la perfezione del cielo terso che altrimenti si sarebbe potuto ammirare dalla pista dell'aeroporto di Addis Abeba. Sergio si emozionò come alla vista inaspettata d'un caro vecchio amico, assente da tanto tempo ma custodito con affetto nel cuore. Scosse la testa, sorrise e iniziò a rilassarsi. Quella mattina, quando si erano presentati per ritirare i biglietti e imbarcarsi, il personale aeroportuale li aveva pregati di attendere da una parte per poi scortarli fin lì, facendo temere nuove noie impreviste. Il sorriso si trasformò in gioia, quando riconobbe i suoi amici nei due militari fermi vicino alla scaletta.

 Sara l'occhieggiò perplessa, stupita dall'improvviso buonumore. «Che succede? Perché siamo qui?»

 «Credo che ci abbiano preparato una sorpresa» rispose, enigmatico. Incrociò il suo sguardo, poi lasciò scivolare gli occhi sull'intera figura. Sorrise nel notare il passo sciolto che ostentava al suo fianco, in aperto contrasto con gli occhi bassi ma vigili, pronti a scattare al minimo cenno; i sensi ancora modulati alla vita nella foresta. La trovò adorabile, di slancio la cinse alla vita con un braccio e la strinse a sé. «Va un po' meglio?» le sussurrò all'orecchio. Lei fece una smorfia, contrariata che avesse indovinato l'agitazione che la rodeva.

 «Ora che ti vedo sereno, credo di sì» borbottò, im- bronciata, riconoscendo il logo dell'Aeronautica Militare Italiana stampato sulla carlinga dell'aereo. «Non credevo fossi così importante da meritarti un volo di Stato.»

 «Infatti non lo sono, con tutta probabilità viaggeremo stipati in cabina di pilotaggio» le fece notare il muletto che caricava l'ultimo enorme pallet nella pancia del cargo. «Chi ha architettato il nostro rientro ha pensato bene di unire l'utile al dilettevole.»

 

«Per l'ultima volta, spegni quell'affare, sai benissimo che s'incazza» brontolò il tenente Franco Rossi.

 «Scherzi? Non voglio certo perdermi la scena del figliol prodigo che torna all'ovile.» Il capitano Luigi De Rosa carezzò il piccolo rigonfiamento della mi crocamera, di cui sbucava solo l’obiettivo dal taschino della tuta da aviatore.

«Mi dici quanti soldi spendi in queste cazzate elettroniche?» Anche il collega detestava quella mania di catturare immagini all'insaputa altrui. A Gibuti, sotto il controllo del maggiore Morelli, si era calmato, ma, tornato in patria, l'entusiasmo per i progressi della figlioletta l'aveva travolto, tanto da costringere la moglie stressata a sequestrargli tutti i gingilli che era riuscita a scovare, pur di riavere un po' di pace.

 «Meno di quello che pensi. Ho la mia fonte su internet. E poi, questa, Teresa, non l'ha trovata» ridacchiò birbante, prima di assestare uno scrollone al compagno. «Guarda quei due come sono affiatati» aggiunse riferito alle scaramucce della coppia in avvicinamento.

 «Non posso credere che siate davvero qui. Scommetto che sotto c'è lo zampino del colonnello Fabbri.» Sergio si affrettò incontro a loro, buttò lo zaino a terra e abbracciò prima l'uno poi l'altro.

«In effetti» cincischiò Franco, grattandosi la nuca.

 «Ha ritardato il ritiro di queste attrezzature finché non l'hai informato del rientro.» Lo allontanò da sé e lo scrutò da capo a piedi. Gli faceva un effetto strano vedere il maggiore Morelli vestito da civile su una pista aeroportuale. Con quell’aspetto, poi, era uno spettacolo: un'insolita folta chioma biondastra, sostituitasi agli impeccabili capelli rasati, svettava su un fisico snello e agile. La barba lunga di diverse settimane si

 sposava a meraviglia con la maglietta arancione, i cal- zoncini verdi e le scarpe sportive blu. «Cristo! Come cazzo ti sei conciato? Sembri un incrocio tra un hippy e un tedesco in vacanza!» lo canzonò, seguito dal capitano De Rosa piegato in due dalle risate.



Molto interessante, cosa ne dite?

Buona lettura!

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