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Ilaria Vecchietti, autrice del racconto "L'ultima chance...", e dei romanzi fantasy "La Libertà figlia del Diavolo", "L'Isola dei Demoni" e "L'Imperatrice della Tredicesima Terra". E altri racconti pubblicati in raccolte.

martedì 8 dicembre 2020

Segnalazione: Il segreto della sposa di Cheryl Bolen

Segnalazione:
Il segreto della sposa

di
Cheryl Bolen



Buongiorno lettori,
eccovi il romanzo: "Il segreto della sposa" di Cheryl Bolen, edito Babelcube.
Autrice già conosciuta per i romanzi Lady per casoContessa per coincidenza e Con il suo anello.


Biografia:
Da quando è stata nominata Notable New Author nel 1997, Cheryl Bolen ha pubblicato più di 35 libri con Kensington/Zebra, Harlequin, Love Inspired Historical, Montlake e come indie; è stata tra i primi 5 del New York Times e ha fatto parte della lista dei bestseller di USA Today. Il suo "One Golden Ring" del 2005 ha vinto il Best Historical e l'Holt Medallion, e il suo "My Lord Wicked" del 2011 è stato Best Historical nell'International Digital Awards, lo stesso anno in cui il suo romanzo breve di Natale è stato scelto come Best Novella. I suoi libri sono stati in finale per altri premi, tra cui il Daphne du Maurier, e sono stati tradotti in otto lingue. È stata anche bestseller come prima autrice di romance storico in Germania.
Ha una laurea in giornalismo e Inglese all'Università del Texas e un master dell'Università di Houston. I suoi passatempo preferiti sono leggere i diari di donne inglesi morte, viaggiare in Inghilterra e guardare i Texas Longhorns giocare a football e a pallacanestro. Lei e suo marito, professore da poco in pensione, hanno due figli; uno è avvocato, l'altro giornalista.





Genere: romanzo Rosa / Regency
Editore: Babelcube
Data di pubblicazione: 9 agosto 2020
Numero pagine: 263
Prezzo ebook: 4,41€
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Sinossi:
Da quando il suo ufficiale in comando nella Penisola si è preso una pallottola destinata a lui, James Moore, ora conte di Rutledge, si sente responsabile per il figlioletto dell’uomo e per la sua splendida madre, Carlotta Ennis, fino al punto di offrirsi di sposare la bellezza dagli occhi color lavanda. Anche se il loro matrimonio non è nato dall’amore, la presenza di Carlotta tortura James, e fa sì che lui voglia farne sua moglie in tutto e per tutto.

Anche se non ama sua signoria, la situazione disperata di Carlotta la costringe ad accettare la sua proposta. Non sa quanto desidererà stare con lui, quanto bramerà ogni suo tocco. Magari potesse essere degna del brav’uomo che ha sposato, magari potesse evitare che questi conosca il suo oscuro segreto...


Eccovi anche un estratto:
Il signor Smythe scorse alcune pagine per rinfrescarsi la memoria, poi parlò senza consultare gli appunti. “Vi dico, la signora Ennis sta tutto l’anno a Bath in una strada rispettabile, Queensbury. Sembra noioso. Io sono di Londra, e mi piacciono i posti rumorosi.” Guardò di nuovo il libretto. “Beh, come vi dicevo, ha affittato degli alloggi in una casa di città. Il problema è che la signora non riesce a far quadrare i conti, capo, deve un sacco di soldi a tutti. La sua rendita non basta, sono solo sessanta sterline a quadrimestre. Peccato che il signor Ennis è stato messo a letto con una vanga.”
James fu quasi sollevato di sentire che Carlotta Ennis era in difficoltà finanziarie, perché ciò stava a significare che avrebbe potuto avere il piacere di aiutarla. Era un piccolo prezzo da pagare per ciò che suo marito aveva fatto per lui, e finché non fosse stato certo della felicità della famiglia del capitano Ennis, James non avrebbe mai potuto dormire bene nel suo letto a baldacchino di seta a Yarmouth Hall.
“Ditemi,” disse, “avete visto la signora Ennis?”
Il signor Smythe alzò gli occhi dal quaderno e lo chiuse di scatto, si girò i baffi tra le dita e i suoi occhi penzolanti scintillarono. “Non ho mai visto una donna tanto bella.”
James annuì. Sì, doveva essere lei. “Grazie per l’informazione, signor Smythe. Il mio contabile salderà il vostro conto, se andrete con il maggiordomo nella stanza da mattina.” Tirò il cordone della campanella.
Il galoppino si alzò e gli porse diverse pagine del suo quaderno. “Ecco il rapporto ufficiale con tutta la documentazione, sua signoria.”
Una volta che se ne fu andato, James esaminò a fondo il rapporto. Quanto sarebbe stata diversa la vita di Carlotta Ennis, se il capitano Ennis fosse vissuto. Ed era colpa sua, se lei era vedova. Si sentiva malissimo a riguardo. Gli capitava sempre, quando la signora Fortuna gli sorrideva mentre metteva sotto i piedi un altro.
Strano, leggendo il rapporto gli sembrò di sentire odore di lavanda, il profumo di Carlotta Ennis. Faceva parte di lei, tanto quanto i lucidi capelli neri. Ricordava bene l’elegante moglie del capitano; gli abiti lavanda e viola all’ultima moda le avvolgevano sempre le curve del corpo più alto della media, e le coprivano appena i seni pieni. Con un portamento regale, sembrava quasi eterea. I suoi folti capelli neri, quasi mai coperti da un cappello o da una cuffia, erano tirati indietro, con riccioli soffici che le incorniciavano il viso perfettamente cesellato. L’aveva sempre reputata fredda, forse perché gli ricordava una statua di una dea romana. Anche la sua pelle morbida gli ricordava il marmo lucido. Solo gli occhi color lavanda mostravano un qualche tipo di calore.
Era un po’ piccato che il rapporto non facesse menzione del figlio che aveva partorito in Portogallo nel milleottocentododici. Era lui che lo preoccupava di più; il poverino sarebbe stato cresciuto senza un padre. Gli angoli della bocca di James si chinarono in basso, quando ricordò la sua infanzia da orfano. Era stato l’unico della sua classe a Rugby che non aveva avuto un familiare di sesso maschile che lo visitasse nella giornata padre-figlio. Ma non era quel solo giorno ogni primavera che aveva macchiato la sua infanzia altrimenti soddisfacente. Non era la mancanza di un padre che gli potesse insegnare tutto sull’equitazione, la caccia e la pesca, o il modo giusto di annodare un foulard. Era esser dovuto diventare l’uomo della famiglia quando aveva solo quattro anni. Era il senso di isolamento che si era imposto durante tutta l’infanzia. Lui era diverso, non aveva un papà. Chi avrebbe potuto aspettarsi che sapesse le stesse cose degli altri bambini, bambini che avevano un padre?
Pensò ancora una volta al figlio del capitano Ennis. Voleva comprargli il primo cavallo e insegnargli a montare. Avrebbero potuto andare a pesca, e gli avrebbe insegnato come sparare. Se il piccino avesse avuto bisogno di aiuto con il latino o con le addizioni, voleva essere lui a darglielo.
Tirò di nuovo il cordone della campanella, e quando Adams comparì gli disse di chiedere a Mannington di fare i bagagli. “Partiamo per Bath, tra un’ora.”
Affidare un braccio o una gamba a un segaossa sarebbe stato più piacevole di affrontare la vedova del capitano Ennis, perché lei sapeva che era stata la sua insubordinazione a causare la morte di suo marito.


Cosa ne pensate?
Lo leggerete?

Buona lettura!

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