Intervista all'autore...
Beatrice Simonetti
Buongiorno lettori,
per questa rubrica oggi vi presento Beatrice Simonetti.
1 - Raccontaci di te.
Sono una persona come tante. Amo definirmi una sognatrice,
perché senza la mia immaginazione non sarei nulla, molto probabilmente. Fin da
piccola ho sempre avuto una grande capacità di isolamento. Per me era una sorta
di superpotere. Ero in grado di isolarmi con la mente e fantasticare anche in
mezzo a tanta gente. Ancora oggi sono molto brava a estraniarmi. Amo la
solitudine, mi piace trascorrere pomeriggi interi da sola a guardare il
soffitto, ascoltare la musica e pensare; pensare a tutto e a niente, inventare
storie e viverle con la mente prima ancora di metterle per iscritto. Nella vita
di tutti i giorni sono una studentessa. Frequento la specializzazione in
Traduzione letteraria all’Orientale di Napoli e sono laureata triennale in
lingue e culture occidentali e orientali, in russo e in tedesco. Sono una
lettrice accanita e una videogiocatrice appassionata. Ho praticato molti sport,
tra i quali il pattinaggio artistico e la pallavolo, poi ho suonato il basso
elettrico per qualche anno, in un piccolo gruppo di amici.
Per farla breve, sono una persona estremamente curiosa, a
cui piace sperimentare molto e cercare di osservare le cose con un occhio
differente, più attento.
2 - Quando è nata la passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura è nata prestissimo. Avevo
solo sette anni quando ho scritto la mia prima opera: un raccontino
sgrammaticato e denso di buchi di trama. Era un fantasy di circa settanta
pagine, una storia d’avventura, di amore e di speranza. Da quel momento in poi
ho iniziato a scrivere con sempre più costanza. Lo facevo per gioco. Scrivevo e
mi divertivo, in un mondo che era solamente mio. Scrivevo e viaggiavo, lontana
dalla mia timidezza. Sono sempre stata un riccio, una tartaruga dallo spesso
carapace. La scrittura era una salvezza, una sorta di rifugio in cui la mia
immaginazione poteva confondersi con la realtà ed avere una forma ben precisa.
3 - Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?
Ad oggi ho pubblicato soltanto “Rodion”, il mio romanzo
d’esordio, edito dalla Delrai Edizioni, uscito il 5 dicembre 2019 in ebook e il
16 in cartaceo.
4 - Da cosa trai ispirazione per le tue storie?
Prendo ispirazione praticamente da qualsiasi cosa.
Dall’ambiente circostante così come dalla scena di un film, dal ricordo sbiadito
di un sogno o da qualche dialogo incisivo presente in un videogioco. Nonostante
questo, la mia più grande fonte di ispirazione rimane pur sempre la letteratura
russa. In particolare, le storie dei “piccoli uomini” della letteratura mi
hanno spinta a ricercare a mia volta l’umanità, ciò che è in penombra, nel
“sottosuolo”.
I personaggi delle mie storie sono molto spesso una parte di
me. Rappresentano il mio lato candido, ma anche quello più basso e oscuro. Sono
le mie debolezze, così come i miei punti di forza. Essendo una grande
osservatrice mi ispiro anche a ciò che mi circonda per delineare e
caratterizzare al meglio i miei personaggi. Cerco sempre di prendere spunto da
chi mi sta vicino. Spesso la prossemica, gli atteggiamenti, la mimica facciale
dei miei personaggi sono ispirati alle persone che incontro durante il giorno.
Anche un passante o uno scambio di sguardi con dei perfetti sconosciuti può
regalarmi qualcosa e contribuire a ispirare la creazione di un personaggio.
6 - Cosa ne pensi del self publishing?
Penso che sia un’altra via per esprimere la propria arte.
Una via differente da quella da me intrapresa. Essere Self publisher significa
autopromuoversi, pensare a tutto ciò che precede e segue una pubblicazione,
essere l’imprenditore di se stessi. Io sono una pessima imprenditrice, in
questo caso. Pubblicare con una Casa Editrice come la Delrai Edizioni è stato
invece come entrare a far parte di un team, una famiglia. L’editoria e il self
publishing rimangono due vie egualmente rispettabili, nelle loro differenze.
Non ho mai pubblicato nulla in Self, ma conosco diversi autori che hanno
intrapreso questa strada e noto in loro lo stesso impegno e la mia medesima
passione. Penso che sia una questione di scelte, anche in questo caso. C’è chi
è più adatto a un mondo e chi invece non riesce a farne parte e preferisce
intraprendere la via parallela.
7 - Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?
Come ho scritto poco sopra non ho mai pubblicato nulla in
Self. Semplicemente non credo che sia la strada più giusta per me. Almeno non
lo è in questo momento. Io avevo bisogno di un editore che credesse in ciò che
facevo, nelle mie opere.
8 - Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?
Penso che non siano un buon mezzo per valorizzare un autore.
Ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte ma, almeno secondo il mio
modesto parere, non c’è nulla di più svilente. Uno scrittore che si affida a
una casa editrice ha bisogno di un editore che creda e scommetta su di lui. I
soldi appiattiscono questo legame, lo rendono insignificante, distruggono
l’arte, in un certo senso.
9 - Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?
Sì, sto scrivendo una storia distopica ambientata in un
medioevo immaginario, durante una pseudo Inquisizione. Il protagonista si muove
tra i fanatismi religiosi e un’ambientazione cupa di stampo lovecraftiano.
10 - Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?
Vivo per scrivere e porto la mia immaginazione ovunque io
vada. Cerco sempre di ritagliarmi almeno un’ora al giorno per dedicarmi alla
stesura delle mie opere. Non importa quante pagine al giorno si scrivano, ciò
che reputo sia fondamentale è la costanza. Come ogni arte anche la scrittura ha
bisogno di essere coltivata giorno dopo giorno, riga dopo riga.
11 - A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?
Essendo un’amante della letteratura russa mi sono sempre
ispirata ai grandi classici, almeno da ragazzina. Sono cresciuta con le opere
di Dostoevskij e i suoi romanzi polifonici. I suoi personaggi imperfetti e
umani hanno contribuito a fare di me quella che sono oggi.
12 - Qual è il tuo libro preferito?
“Delitto e Castigo” di Dostoevskij, assolutamente. Lo stesso
titolo del mio romanzo d’esordio, nonché nome del protagonista dell’opera, è un
tributo al Rodion Raskol’nikov dostoevskijano.
13 - Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?
Penso che l’editoria stia subendo un duro scossone,
nell’ultimo periodo. Viviamo in un momento di precarietà, in cui quasi nessun
settore è rimasto intaccato. Credo però che molte cose che oggi ci spaventano siano
sempre esistite. La quantità e il guadagno hanno quasi sempre preso il posto
della qualità di un’opera. Spesso ci dimentichiamo di quanto abbiano faticato
molti autori della letteratura per emergere. Io sono onorata di far parte di
una Casa Editrice che dia importanza alla qualità di un’opera e che si occupi
di valorizzare ogni testo al meglio, con attenzione, impegno e passione.
14 - Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?
Potete trovarmi su Facebook
(https://www.facebook.com/emide.gillespie), sul mio profilo Instagram (https://www.instagram.com/beatriceemidesimonetti/) oppure via e-mail:
beatricesimonetti94@gmail.com
Ringrazio tanto la casa editrice Delrai Edizioni per l'opportunità di intervistare questa scrittrice.
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questa brava autrice e se avete letto i suoi libri.
Buona lettura!
Piacere di averti conosciuta Beatrice.
RispondiEliminaBeatrice ne sarà contenta :)
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