Considerazioni cinema tratti dai fumetti
di
Christian Reznik
Buongiorno lettori,
oggi un post completamente nuovo per il mio blog.
Vi propongo un'articolo di Christian Reznik,sul tema dei
cinema tratti dai fumetti.
Io non sono molto preparata sull'argomento, ma se voi lo
siete sicuramente apprezzerete queste considerazioni.La guerra al miglior entertainment tra Marvel e DC continua, e alla grande.
La DC punta in alto portando sul
grande schermo la sua “lega” di eroi, in contrapposizione alla fazione targata
Marvel.
I Marvel Studios che, divenuti la
Pixar dei cine-comics, sfornano per ogni loro personaggio un grande film. La DC Comics rimane eterna seconda,
pur avendo dalla sua niente di meno che Superman, nell’immaginario collettivo il supereroe per
eccellenza, nonché quello più forte in assoluto. Un botta a e risposta che continua a riempire gli schermi
dei nostri cinema con grande azione, buoni sentimenti e lodi agli eroi provenienti dalla carta stampata.
Le intenzioni che guidano questi
grandi progetti editorial-cinematografici sono differenti stilisticamente eppure convergenti sull’unico
scopo di rimescolare e donare nuova linfa ai supereroi di carta che, nonostante i molti detrattori, e
gli altrettanti sostenitori, possono essere definiti come una fetta della letteratura moderna, seppur
“disegnata”. Le storie a fumetti stanno da anni appassionando anche il grande pubblico della Settima arte, e
non sono più esclusiva dei nerds.
La svolta, nella cinematografia
che attinge dai fumetti, è avvenuta con lo “Spider-man” di Sam Raimi per la Marvel, i cui diritti all’epoca
appartenevano ancora alla Sony Pictures, e con il “Batman begins” di Christopher Nolan. Queste due
pellicole hanno segnato una linea di demarcazione dal Cinema pop che le aveva precedute, maturando in un
linguaggio visivo e narrativo che rispecchiava a pieno lo spessore artistico dei due citati autori,
dimostrando che il mondo dei comics ha avuto grandi penne alla guida delle loro storie.
Dalla fine di quelle due
celeberrime saghe, tutti i cine-comics che le hanno succedute hanno suscitato
in me la forte sensazione che nessun
altro regista e/o sceneggiatore fosse capace di calibrare e trasporre, quanto loro, le storie a fumetti sul
grande schermo. Ci hanno provato, ma in pochi si sono avvicinati a quel risultato, cioè il perfetto
equilibrio tra intrattenimento puro e grande narrazione di una storia.
Alcuni hanno saputo seguire e
mantenere le linee guida dettate da quelle pellicole, con sceneggiature e regie che hanno costruito vicende
realistiche e quasi credibili su uno sfondo completamente fantastico. Altri hanno fallito nel tentativo
di ricalcare quegli indirizzi, altri ancora hanno cambiato rotta con l’intento, quasi tutto commerciale, di
svecchiare qualcosa di ancora così nuovo con dei reboot alquanto prematuri. Ci sono stati anche alcuni
esperimenti indipendenti che hanno raggiunto risultati eclatanti e inaspettati, rispetto a prodotti mainstream
destinati sin dalla nascita ad un fantomatico e mai arrivato successo.
Zack Snyder sembra un eterno
reduce del suo “300”. “Man of steel” è stato un film col quale era quasi riuscito a fare un passo in
avanti rispetto a quanto è stato già fatto nel panorama dei cine-comics,
perché, oltre alla forte estetica
“trecentesca”, funzionale al cambio di rotta grafico anche nell’universo di Superman, pure la costruzione non
lineare dello script aveva raggiunto lo scopo di mescolare passato e presente del personaggio
facendoci vedere tutto ciò che ci si poteva aspettare da una vera origin story, elementi introdotti grazie alla
guida di C. Nolan come co-autore del soggetto e produttore.
Detto ciò, punto, a capo, e un
passo indietro.
La DC, nel tentativo forse di
stare al passo con la Marvel, ha compiuto scelte programmatiche e commerciali evidentemente di
basso impatto sul pubblico. Pellicole come” Batman V Superman” e “Suicide Squad” sono da considerarsi delle
accozzaglie di personaggi caricature di se stessi o degli attori che li interpretano, immersi in
situazioni ridicole, che rovinano le storie da cui sono tratte le vicende.
Nulla in quei film attrae facendo provare
allo spettatore quelle emozioni che si avvertono quando ci si appassiona ad un personaggio ed alla sua
storia. Sorgono dubbi anche sul perchè alcuni spunti interessanti, che differivano dalla versione
cartacea perché logicamente risultavano molto più adatti alla versione cinematografica, siano svaniti
nel nulla, uno su tutti gli effetti della kriptonite, sostituiti
dall’esposizione o meno del protagonista
all’atmosfera del suo mondo (idea del buon C. Nolan, al pari di un'altra mente geniale come J. Cameron che aveva
donato l’idea delle ragnatele organiche per Spider-man, utilizzata poi da S. Raimi).
“Justice League” contravviene con
quanto avvenuto, per fortuna; è piacevole, ma il paragone con ciò che è stato già visto in giro è inevitabile,
e questo film non ne esce del tutto vincitore.
Distribuito nelle nostre sale il
16 novembre, è arrivato subito ai primi posti degli incassi di tutto il mondo, nulla di nuovo per un cine-comics
che promette una raccolta di tanti bei personaggi tutti insieme in un unico film. Il film si apre
mostrando cosa è diventato il mondo dopo la scomparsa di Superman ed in conseguenza dell’ascesa di esseri
alieni sulla Terra continuano a manifestarsi nuove minacce. Dopo una carrellata delle storie personali
di ogni personaggio, sorvolando sulle loro origini, appena accennate da pochi dialoghi, ci si sofferma
sulla vita che conducono attualmente in parti diverse del Globo. Il Batman di Ben Affleck li cerca tutti e li
raduna con l’aiuto di Gal Gadot aka Wonder Woman, nella prospettiva di un’imminente mega-nemico
conquistatore di mondi. Il film non manca di evidenziare i drammi che ognuno di questi eroi si porta dietro,
cercando di portare alla luce le motivazioni che li spingono.
La pellicola è stata girata da
Snyder e rimaneggiata in gran parte dal papà degli Avengers, Joss Whedon,
cosceneggiatore e co-regista (non accreditato)
per rimediare all’abbandono di Snyder dovuto a cause personali. Le due mani sono
evidenti e tutto il prodotto che ne viene fuori non può fare a meno di sembrare una brutta copia ben
riuscita di “The Avengers” della Casa delle idee.
Tutto il film è intriso di
un’atmosfera talvolta inutilmente drammatica e tormentata, da situazioni forzatamente umoristiche nel
tentativo di smorzare la serietà di personaggi che si prendono troppo sul serio, sostenuti da una
costruzione dei dialoghi che non gli rende giustizia.
Tuttavia il passo in avanti c’è
stato, narrativamente, nel creare una storia di gruppo che gradualmente si amalgama per perseguire un fine
superiore, e graficamente, perchè la DC ha dalla sua parte la capacità di mantenere l’impronta stilistica
di un autore, a differenza della Marvel in cui è la produzione che fa da padrona, anche sulle scelte
artistiche, riducendo il tutto ad un’immensa saga girata da un’unica persona, quasi sicuramente una scelta di
coerenza per il cosiddetto “Marvel cinematic universe”, ma il bello di un’opera è anche riconoscerne la
firma.
Spero che vi sia piaciuto e vi lascio di seguito i link ad altri articoli di Christian Reznik, che trattano di recensioni di film o articoli di carattere sociale.
Buona lettura!
Link agli articoli:
- Il videogioco
- Le distanze sono annullate dalla tecnologia. Anche i viaggi?
- IA come Intelligenza Artificiale
- Rapporto Interpersonale Virtuale
- E come Estetica
- C come Cambiamento
- S come Social Network
- Gravity
- I sogni segreti di Walter Mitty
- Dallas Buyers Club
- Prisoners
- Le conseguenze dell’amore: Sorrentino prima de La grande bellezza
- Il cinema a casa: Codice d’onore
- Il cinema a casa: World War Z & Oblivion
Sono d'accordo con Reznik. La DC non solo è rispettosa verso i fumetti, ma ha grandi autori dalla sua.
RispondiEliminaLa Disney Marvel (marco apposta il nome Disney perché ha acquisito da anni il monopolio Marve con pessimi risultati) si ispira e basta ai fumetti, ma si preoccupa solo dei guadagni al botteghino.
Un abbraccio.
Scusa se ti rispondo solo ora, pensavo lo avrebbe fatto l'autore del post visto che io non sono molto esperta.
EliminaUn abbraccio!