LE PALUDI DI HESPERIA
di
VALERIO MASSIMO MANFREDI
Genere: romanzo epico / storico / avventura / mitologia
Edizione: Mondadori Libri S.p.A., Milano (2015)
Buongiorno lettori,
Buongiorno lettori,
Tutti noi a
scuola abbiamo studiato i famosi ed epici poemi greci di Omero, che canta
le gloriose gesta degli achei e dei troiani, sfociando nella distruzione della
città asiatica di Troia a opera del famoso cavallo.
Una volta
presa la città gli eroi greci fanno ritorno nei loro regni, ma Omero narra
essenzialmente il viaggio pericoloso ed estremo dell’astuto Odisseo (Ulisse),
ostacolato dal potere del Dio azzurro: Poseidone, signore dei mari.
Degli altri
prodi guerrieri – Agamennone, Menelao, Nestore, Diomede, eccetera – non si sa
molto, qualche racconto qua e là, qualche riferimento nell’Odissea: come
l’uccisione del Grande Atride e la successiva fuga del figlio Oreste. Si narra
una sorta di destabilizzazione della Grecia e sempre nell’Odissea, questa
crisi, pare risolta dal ritorno di Menelao in patria.
Manfredi,
come specifica a fine romanzo nella nota dell’autore, ha voluto
rielaborare i vari miti per colmare il vuoto tra la fine della guerra di
Troia e i riferimenti nell’Odissea.
Le paludi
di Hesperia narra
pertanto il ritorno di Agamennone a Micene, dove (come risulta dal mito) viene
ucciso dalla moglie Klitemnestra e dal suo amante Egisto. Dopodiché le vicende
si concentrano principalmente su Diomede e Menelao.
Diomede fa
ritorno ad Argo, ma scopre che la regina Egialea ha ordito anch’essa un
complotto per ucciderlo, così il figlio di Tideo fugge verso la Terra della
Sera (l’Italia) dove vuole fondare un nuovo regno. Prima di giungere a
destinazione deve superare diversi ostacoli: prima di tutto i Dor, una grande
armata che marcia verso sud (quindi probabilmente un giorno arriverà anche in
Grecia) e che usa armi di ferro, più forti di quelle che usano loro di bronzo.
Preoccupato per i suoi compagni / amici dei vari regni achei, affida il compito
di informarli ad Anchialo, il quale (anche lui dovrà affrontare varie prove)
tornerà indietro.
In Italia
Diomede e i suoi uomini devono imparare a sopravvivere e cercare una terra dove
poter fondare un nuovo regno… e alla fine incontrano anche un personaggio che
l’acheo non pensava avrebbe più rivisto…
Per quanto
riguarda Menelao, venuto a sapere della morte di suo fratello da un Oracolo in
Egitto, inizia a pensare alla vendetta. Tornato a Sparta, con Elena, progetta
il piano per mettere sul trono di Micene il nipote Oreste. Suo alleato sarà
anche Pirro, l’arrogante figlio dell’invincibile Achille… ma riuscirà
nell’impresa?
E i Dor
arriveranno in Grecia?
Ma
soprattutto, sapete qual era il vero motivo che ha scatenato l’epica guerra di
Troia?
Un romanzo
davvero entusiasmante e avvincente!
Una
rielaborazione perfetta e originale dei miti greci che lascia senza parole.
Una storia di
fantasia che miscela anche delle verità, infatti nella nota dell’autore
si specifica che scavi archeologici hanno attribuito la distruzione di Micene
all’invasione dei Dori e le vicende di Diomede in Italia sono basate sulle
tracce del culto dell’eroe.
La storia,
come ho descritto nel riassunto della trama, segue tre filoni: le vicende di
Diomende, quelle di Melenao e (anche se per pochi capitoli) quelle di Anchialo.
I vari salti da una trama all’altra non creano distrazioni o problemi,
anzi spingono il lettore a raggiungere l’epilogo di ogni fatto.
La narrazione
ricrea il tipico clima dei poemi epici e le descrizioni sono così realistiche
da far raffigurare ogni scena, ogni paesaggio e ogni personaggio. Ogni capitolo
è pieno di dettagli che affascinano il lettore e lo invogliano a proseguire
nella lettura.
Unico difetto
(se così si può chiamare) è a mio parere il finale: avrei preferito che fosse
più approfondito e spiegasse bene cosa successe.
(attenzione
perché qui vi rivelo il finale e i miei dubbi, se non volete scoprirlo saltate la parte evidenziata in giallo).
I Dor arrivano in Grecia, ma si impossessano di
tutti i regni? E i vari re che fine fanno? E l’armata era così imponente da
sovrastare gli eserciti achei o è per via delle loro armi in ferro?
Per quanto riguarda Diomede, mentre cerca di
tornare ad Argo ritrova Anchialo (anche su di lui ho dei dubbi: quanti anni ci
ha messo per ritrovarlo? E lo ritrova così in mare? Boh) e mentre parlano la
nave si schianta sugli scogli: ma sono morti tutti? O si sono salvati e hanno
lasciato deliberatamente la nave affondare perché hanno appreso che anche Argo
è stata presa? E la nave su cui era imbarcato Anchialo, anche quella è finita
sugli scogli?
E ancora, cosa succede a Enea? Dopo il
combattimento con Diomede bisogna seguire le vicende dell’Eneide di
Virgilio?
Questi sono i
miei dubbi sul finale, non voglio dire che non sia un finale accettabile, ma
avete visto? Mi lascia parecchi dubbi, per cui poteva essere narrato con più
precisione.
Una lettura consigliata a tutti, soprattutto agli amanti di mitologia e di storia.
Una lettura consigliata a tutti, soprattutto agli amanti di mitologia e di storia.
Qui vi lascio il link al post sulla biografia e bibliografia di Valerio Massimo Manfredi, dove potrete trovare i link alle recensioni dei precedenti suoi libri.
Buona lettura!
Sinceramente non è uno dei romanzi di questo autore che preferisco.
RispondiEliminaSe vuoi un bel libro post guerra di Troia, leggi "Il ritorno degli eroi" (però non ricordo l'autore e ora non c'è fratello 1! Perdono!).
Se poi ti ricordi l'autore fammi sapere che me lo segno ;)
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